“Ghostbusters: Legacy” non è il miglior film possibile, ma è sicuramente il miglior seguito che gli acchiappafantasmi meritavano.
"The French Dispatch" porta dentro tutte le ossessioni estetiche del regista, in un corpo cinematografico che non esalta l’autorialità ma cerca l’autodistruzione della stessa.
“Red Notice” è un film funzionale allo scopo d’intrattenere una vasta platea di pubblico, dando vita al primo blockbuster Netflix convincente
“Raya e l’ultimo drago” è uno spettacolo di gran classe, intrattiene lo spettatore più adulto e non mancherà di abbagliare quello più giovane.
"Candyman" è un seguito che si rivela maggiormente efficace come riflessione politica sulla società attuale che come horror.
Fantascienza intima e minimale, nessun epico viaggio dell’eroe, ma un sussurrato percorso dentro l’autostrada dell’animo.
Quello che inizialmente sembra il solito film con un assassino invincibile, si rivela poi un delirio filmico efficace e divertente che non lascerà di sicuro indifferenti.
“Locked Down” si rivela quindi un film innocuo, che se non fosse per le buone interpretazioni dei due interpreti protagonisti, non avrebbe alcuna ragione di esistere.
Dune di Denis Villeneuve, al netto di una conclusione discutibile, è uno spettacolo per lo sguardo e per la mente che si rivolge ad un pubblico in cerca di un intrattenimento maturo e di assoluta qualità.
Nel primo film Krasinski rivelò essere particolarmente dotato dietro la macchina da presa, costruendo abilmente tensione e conferendo una eleganza classica alla pellicola. Con questo secondo capitolo si confermano le qualità del regista/attore che riescono nuovamente a stupire.
Azione e rimorso, corpo a corpo e pistole, vendetta e redenzione, su questi eterni dualismi classici del genere d’azione si fonda “Kate”, pellicola che non assomiglia ad un prodotto televisivo solamente per via della sua interprete principale.
In “Quelli che mi vogliono morto” troviamo ancora una volta un racconto minimale, ancora una volta basato sugli spazi aperti e la ferocia dell’animo. Alcune cose però funzionano meno che nelle precedenti opere del cineasta. Un ritmo narrativo troppo veloce, fa perdere qualche pezzo di troppo al racconto affossandone portata e intenti.