Tyler Rake 2 – Quando l’azione non basta
“Tyler Rake 2” viene concepito come diretta conseguenza del successo, forse persino inaspettato, del suo predecessore. Sam Hargrave, regista, e Chris Hemsworth si riconnettono per dare vita a questo secondo capitolo, ancora una volta supportato da Netflix e con la sceneggiatura a firma di Joe Russo. Con un cast artistico e tecnico pressoché immutato e un budget generoso che permette di ampliare l’impatto spettacolare dell’opera, il film cerca di conferire una certa profondità agli eventi e ai personaggi, cosa che il precedente “Tyler Rake” evitava focalizzandosi sull’azione pura. Tuttavia, il risultato è una pellicola che, a causa di una scrittura anonima, si salva unicamente grazie alla maestria di Hargrave nel dirigere combattimenti, sparatorie e inseguimenti.
In “Tyler Rake 2” scopriamo che il protagonista è miracolosamente sopravvissuto agli eventi di Mumbai, intraprendendo un duro percorso di riabilitazione. Tuttavia, la sua tregua è di breve durata poiché si trova coinvolto nel tentativo di salvare la sorella dell’ex moglie dal proprio violento marito, un criminale senza scrupoli originario della Georgia. La missione sembra semplice: infiltrarsi nel carcere dove la donna è detenuta insieme ai figli e liberarla nel cuore della notte. Ma quando le cose prendono una piega inaspettata e Tyler si trova a dover proteggere la famiglia durante una rivolta carceraria, compiendo persino l’atto estremo di uccidere il marito della donna, attira su di sé la vendetta del fratello del defunto.
Questo tentativo di creare un seguito a un film “chiuso” e fine a se stesso, mette in luce i limiti di Joe Russo nel creare materiale originale senza una base predefinita. “Tyler Rake 2” si propone come un’opera più ambiziosa rispetto al suo predecessore, tentando contemporaneamente di costruire un “universo” su cui sviluppare episodi successivi, finché il pubblico non deciderà il suo destino tramite l’indifferenza verso la serie. Tuttavia, purtroppo, “Tyler Rake 2” risulta essere un seguito che brilla solamente nei momenti d’azione, che costituiscono il novanta per cento del film, mentre si rivela noioso ogni volta che i personaggi si immergono in dialoghi drammatici nel tentativo di coinvolgere lo spettatore, ottenendo l’effetto contrario.
Sam Hargrave, con “Tyler Rake 2”, conferma la sua maestria nell’orchestrare coreografie di combattimento e nel gestire spazi e tempistiche delle sequenze d’azione. Tuttavia, il film soffre nei momenti che fungono da semplice collante tra una scena d’azione e l’altra, risultando incapace di suscitare interesse. Anzi, più il film cerca di approfondire il suo protagonista, più sembra privarlo di personalità. “Tyler Rake 2”, oltre a annoiare ogni volta che i personaggi si avvicinano alla drammaticità, si rivela un film d’azione decente che deve il suo successo unicamente alla messa in scena, ma questo non è sufficiente a giustificarne l’esistenza, specialmente considerando che il precedente episodio raggiungeva risultati simili con un minutaggio inferiore e senza far calare l’attenzione durante la visione.