Rebel Moon – Parte 2: La sfegiatrice

Rebel Moon – Parte 2: La sfegiatrice – Un’Epopea Sci-fi sotto l’occhio di Snyder

“Rebel Moon – Parte 2: La Sfegiatrice” costituisce un tassello cruciale nel tentativo del regista Zack Snyder di plasmare un universo crossmediale di vasta portata, che si estende al di là del cinema per abbracciare fumetti, serie televisive e libri. Questo imponente progetto, pensato come un completo franchise moderno, trae diretta ispirazione dai suoi predecessori, “Figlia del fuoco” e il primo capitolo di “Rebel Moon”, e aspira a incarnare un’epopea sci-fi di proporzioni titaniche.

Rebel Moon – Parte 2: La sfegiatrice

Tuttavia, di fronte a tale ambiziosa prospettiva, sorge una domanda ineludibile: come può un’operazione di tale portata attingere da un vuoto narrativo così pervasivo, evidenziato da queste due opere cinematografiche? Ancora una volta, Snyder si rifà a modelli iconici come “Star Wars” e “I sette samurai”, con quest’ultimo che assume un ruolo predominante in questa seconda parte. Ma se da un lato “Rebel Moon – Parte 2: La Sfegiatrice” si configura come un omaggio spaziale all’opera di Kurosawa, dall’altro manca dell’epicità e della maestosità dell’originale, lasciando un’ombra di dubbio sulla sua coerenza narrativa.

Rebel Moon – Parte 2: La sfegiatrice

La pellicola si distingue per l’uso caratteristico del rallentatore, che enfatizza quasi ogni istante, e per una marcata identità visiva che permea ambienti, personaggi e oggetti. Tuttavia, questa spettacolarizzazione non riesce a compensare la mancanza di una trama ben strutturata, lasciando presagire una possibile messa a punto del racconto in fase di montaggio. “Rebel Moon – Parte 2: La Sfegiatrice” gode del vantaggio di non dover più costruire una storia o sviluppare i personaggi, concentrandosi esclusivamente sull’azione. Tuttavia, questa azione è divisa in due parti: la preparazione alla battaglia e l’immediato scontro con le forze ostili. Il film riflette l’opposizione netta tra i due schieramenti, senza concedersi alcuna sfumatura, secondo il tipico stile di Snyder, dove tutto è amplificato al massimo.

Rebel Moon – Parte 2: La sfegiatrice

Il regista si avvale di ogni risorsa tecnica disponibile, portando l’immagine al limite estremo della sopportazione. Tuttavia, questa saturazione visiva non lascia spazio per l’umorismo, confermando un limite intrinseco nel cinema di Snyder, ancora ancorato al suo passato glorioso con “300”. Per coloro che hanno apprezzato “Figlia del fuoco”, “Rebel Moon – Parte 2: La Sfegiatrice” potrebbe rappresentare uno spettacolo ancora più coinvolgente. Tuttavia, per coloro che già nutrivano dubbi sulle visioni di Snyder, questo dittico fantascientifico potrebbe consolidare la loro decisione di abbandonare le future opere del regista. Sebbene non sia un completo spreco di tempo, il film fatica a intrattenere e risulta spesso noioso, eccezion fatta per qualche momento di risata involontaria.

Dove Vedere Rebel Moon – Parte 2: La sfegiatrice
Rebel Moon – Parte 2 La sfegiatrice
Rebel Moon – Parte 2: La sfegiatrice
CONCLUSIONI
Il film riflette una mancanza di coerenza narrativa, enfatizzando l'azione eccessivamente senza spazio per l'umorismo. Inspirato a "Star Wars" e "I sette samurai", il regista Zack Snyder utilizza il suo stile visivo distintivo, ma fallisce nel creare un'esperienza coinvolgente.
1.5
VOTO
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