Rebel Moon – Parte 1 – Tra le Stelle dell’Indifferenza”
Giunti al termine di “Rebel Moon – Parte 1: Figlia del Fuoco”, una cosa risulta evidente senza alcun dubbio: il regista Zack Snyder si conferma come la figura cinematografica più divisiva dell’ultimo ventennio. Da sempre autore di opere che hanno letteralmente spaccato gli spettatori in due distinti schieramenti, estimatori e detrattori, senza lasciare spazio a una zona grigia per un confronto tra le parti in gioco. Tuttavia, questa prima parte dell’annunciata space saga “Rebel Moon” conferma l’enorme interesse mediatico che circonda i lavori del cineasta prima dell’uscita, ma sorprendentemente potrebbe trasformare molti dei suoi fan più accaniti in detrattori. Il motivo è semplice e si trova nella natura estremamente derivativa di questa sua ultima opera.
“Rebel Moon – Parte 1: La Figlia del Fuoco” ci trasporta in una galassia lontana, dove un piccolo gruppo di ribelli si oppone come può all’esercito conquistatore del mondo madre. Quando una delle armate imperiali approda su un pianeta di contadini per saccheggiarlo, una giovane donna dall’oscuro passato di nome Kora (Sofia Boutella) si oppone all’invasione. Dopo aver sconfitto, con qualche aiuto, le forze armate rimaste a guardia della piccola colonia, inizia un viaggio per reclutare altri guerrieri da portare su quel piccolo pianeta di contadini e aiutarli a resistere alle forze invasori.
Scritto e diretto da Zack Snyder, “Rebel Moon – Parte 1” consolida la collaborazione del regista con la piattaforma di streaming Netflix, che gli garantisce piena libertà creativa in cambio di un successo di pubblico, determinato dal conteggio delle ore di visione. Questo “Rebel Moon” sembra avere tutti i requisiti per replicare il successo, incarnando perfettamente il tipo di produzione multiculturale e multinazionale necessaria per la piattaforma per continuare a crescere al di fuori di una determinata fetta di pubblico. Il racconto presenta tematiche universali, con metafore scritte sulle immagini con la grazia di un pennarello indelebile, in grado di coinvolgere anche chi normalmente si allontanerebbe da opere simili.
Rispetto alle precedenti opere del regista, “Rebel Moon – Parte 1” trasmette una pigrizia che non ci si sarebbe mai aspettati da Snyder. È noto per il suo stile patinato e, a volte, per la sua mancanza di grazia nel montaggio, come evidenziato dall’uso smaliziato del rallentatore, una caratteristica che divide il pubblico tra chi la apprezza e chi no. Questo film, sebbene non troppo lungo, non fa nulla per cambiare gli stili distintivi del regista americano, anzi sembra portarli a un livello superiore rispetto alle opere precedenti, il che rende improbabile che chi non lo apprezzava prima inizi a farlo ora.
Tuttavia, a danneggiare “Rebel Moon – Parte 1”, accettando o meno lo stile visivo del regista, è il racconto alla base del film. Si tratta di una miscela variegata che attinge da cinema, fumetti e videogiochi, ma che principalmente si ispira a “I Sette Samurai” (o “I Magnifici Sette”, a scelta), “Guerre Stellari” e “Quella Sporca Dozzina“. Purtroppo, nonostante gli ottimi ingredienti di partenza, il risultato è molto meno entusiasmante di quanto ci si potrebbe aspettare. Nonostante un cast di grande spessore, con attori come Sofia Boutella, Ed Skrein, Charlie Hunnam, Michiel Huisman, Djimon Hounsou, Ray Fisher e altri, “Rebel Moon – Parte 1” fatica a intrattenere, rivelando stanchezza e incapacità di rendere moderni i suoi riferimenti.
Il film difficilmente coinvolge gli spettatori nel conflitto dei suoi protagonisti e risulta noioso quando dovrebbe suscitare interesse. “Rebel Moon – Parte 1” va oltre le necessità cinematografiche e forse, solo in questo caso, acquista senso, poiché al momento tutto il materiale collaterale alla pellicola sembra essere più interessante della stessa. Conferma come il blockbuster moderno debba cercare non solo l’evento cinematografico (un concetto che il pubblico ha assimilato grazie a un decennio di Marvel al cinema) ma anche b-roll, voci di corridoio e director’s cut (già annunciata dallo stesso regista) per mantenere vivo l’interesse e plasmare l’opera in base ai feedback del pubblico.
Da questo punto di vista, “Rebel Moon – Parte 1” è il prodotto perfetto per Netflix, che vedrà salire gli abbonamenti senza troppe difficoltà, ma al tempo stesso è forse la pellicola più insignificante del 2023. Una nuova proprietà intellettuale da distribuire in ogni sua forma, prima che un film che cerca di trasmettere emozioni capaci d’intrattenere il pubblico.