Paul Thomas Anderson – Vita a misura cinematografica
Nato in California nel Giugno del 1970 Paul Thomas Anderson è uno dei più chiacchierati registi della sua generazione, ogni suo nuovo film è atteso sempre con un certo numero di aspettative da parte della critica, come pure del pubblico. Dal 1996 quando esordì con “Sydney” il suo curriculum cinematografico non ha fatto altro che migliorare, grazie a pellicole di ottima qualità, ma anche ad uno stile personale nel raccontare in modo visivamente moderno, storie corali e sociali che strizzano l’occhio ad alcuni dei capolavori del compianto Robert Altman.
Il momento della svolta e consacrazione verso il grande pubblico avvenne nel 1997 dove con il film “Boogie Nights”, armato di un budget consistente, ed un parco attori di ottima qualità, Anderson racconta la storia dell’ascesa e caduta di una compagnia dedita alla realizzazione di film pornografici nell’America degli anni ‘70. Il personaggio principale che ricorda in alcune caratteristiche il “leggendario” John Holmes è interpretato da uno stupefacente Mark Wahlberg ed affiancato da un’incredibile Burt Reynolds . Fu un vero successo al quale segui l’ancora migliore “Magnolia”, che confermò insindacabilmente la bravura del cineasta californiano, guadagnandosi una tripla candidatura ai premi Oscar, regalando a Tom Cruise uno dei migliori personaggi della sua carriera, il misogino Frank T.J. Mackey.
Dopo le vite intrecciate di “Magnolia” arriva il romantico e allo stesso tempo surreale “Ubriaco d’amore” , ove un inedito Adman Sandler si ritrova a combattere contro se stesso e l’oppressione delle sette sorelle, per conquistare l’amore della sua vita, assieme alla propria indipendneza. Il film convinse all’unanimità la critica, ma non incontrò i gusti del pubblico, regalandogli un’accoglienza tiepida al botteghino. Ora nel 2007 il suo nuovo lavoro “Il petroliere”, arriva anche in Italia forte di otto candidature ai premi Oscar ed una promozione unanime di critica e pubblico oltreoceano, per un film che racconta la vita di uno spietato uomo d’affari alla ricerca del petrolio nelle terre texane del 1900.
Anche per questo suo ultimo lavoro la febbre dell’attesa è molto alta, perché Anderson questa volta porta il suo stile personale all’interno di una storia che ricorda la pomposità dei kolossal anni 50, come ad esempio “Il gigante” (inutile tentare di non pensare al film di Gorge Stevens viste le innumerevoli cose in comune), ma senza dimenticare che gli anni sono cambiati ed i mezzi a disposizione riescono a ricreare ancor meglio le magie visive atte a ricreare atmosfera e personaggi. Da pornostar ad avidi uomini di affari, passando attraverso caratteri contorti di ogni tipo, il cinema secondo Paul Thomas Anderson continua a mutare proponendoci opere di grande spessore a cui la cinematografia contemporanea non potrebbe assolutamente rinunciare, questo è sicuramente il più grande pregio di uno dei più acclamati tra i giovani autori del panorama hollywoodiano.
Pubblicato su: Meltin’pot on Web