Dune – parte due

Dune – parte due – Epicità nel deserto

Diretto nuovamente da Denis Villeneuve, “Dune – Parte due” inizia proprio dove finiva il film precedente, confermando di fatto che si tratta del secondo atto di un’opera colossale della durata di quasi sei ore. Risulta difficile, se non quasi impossibile, apprezzare questa seconda parte senza aver visto la prima, sia perché la storia perderebbe molto del suo spessore, sia a causa del depotenziamento epico che si verifica in assenza della mitologia legata al pianeta Arrakis e al personaggio di Paul Atreides, il futuro condottiero/messia del popolo Fremen. Religione, politica e giochi di potere diventano primari in questa seconda parte, che sacrifica molte parti del romanzo in favore dello spettacolo legato all’ascesa dell’eroe destinato a portare un nuovo ordine nell’intera galassia, oltre alla vendetta per quanto accaduto al casato degli Atreides.

Dune: parte due

In “Dune – Parte due” ritroviamo Paul e la madre, aiutati da un gruppo di Fremen del deserto dopo che la loro casata e famiglia sono stati annientati dalla famiglia Harkonnen, che con l’aiuto dell’imperatore ha orchestrato un colpo di stato. Stilgar, il capo di una delle tribù del deserto, vede in Paul il messia di un’antica profezia Fremen e decide quindi di introdurre il ragazzo alla cultura degli uomini del deserto. La madre di Paul, appartenente all’ordine Bene Gesserit, verrà obbligata a sostituire la reverenda madre del Sietch Tabr, una città nascosta nelle viscere del deserto di Arrakis. Con questa nuova veste di figura religiosa, Lady Jessica inizierà a convincere anche i non credenti che suo figlio Paul Atreides sia proprio il messia che stavano aspettando.

Dune: parte due

Nel frattempo, Paul e Chani metteranno in crisi la raccolta di spezia al punto da obbligare il barone Vladimir Harkonnen a mandare sul pianeta il nipote Feyd-Rautha, uno spietato combattente che inizierà uno sterminio pur di fermare la guerriglia Fremen e ripristinare la raccolta di spezia. Scacciati da Feyd-Rautha nell’inospitale sud del pianeta, Paul entrerà in contatto con l’acqua della vita, una sostanza allucinogena estratta dai vermi della sabbia, che lo cambierà per sempre, permettendogli di conoscere ogni passato e prevedere il futuro, facendo così avverare la profezia e iniziando a guidare il popolo dei Fremen alla conquista di Arrakis.

Dune: parte due

Denso e allo stesso tempo enorme, “Dune – Parte due” è esattamente quello che ci si aspetta di vedere, ossia, il proseguimento epico di un racconto che aveva gettato solide fondamenta nella sua prima parte. Questo seguito riesce, cosa per niente scontata, a stupire e coinvolgere grazie a un impianto tecnico-stilistico di prim’ordine, una buona direzione degli interpreti, abbandonando la fedeltà al racconto originale in favore di una scorrevolezza narrativa che lascia senza fiato dall’inizio alla fine, ma che, vista comunque la densità degli eventi, fatica a coinvolgere completamente.

Dune: parte due

Il lavoro svolto da Denis Villeneuve è di una coerenza indiscutibile, frutto di una persona che conosce perfettamente la materia da trattare e il mezzo per trasportare dalle parole alle immagini il mondo creato da Frank Herbert. “Dune – Parte due” aumenta la scala delle immagini che se nel primo ammaliavano, in questo secondo capitolo annichiliscono completamente lo sguardo. Arrakis e tutto il suo microcosmo sono così ben realizzati da risultare reali, al punto che gli stessi vermi delle sabbie, che regalano alcuni momenti dall’impatto sensoriale incredibile, sono così credibili che non si riesce a immaginarli in una forma e dimensione diversa. Certo, il romanzo non lasciava intendere niente di diverso, ma vederlo animarsi con una tale cura e ricerca di particolari sul grande schermo porta alla mente l’opera monumentale compiuta da Peter Jackson con la saga dedicata a “Il Signore degli Anelli“.

Dune: parte due

“Dune – Parte due” rimane un titolo eccellente, seppur non immune a diversi difetti. Alcuni sono riconducibili alla natura seriale scelta per trasportare il racconto sul grande schermo, mentre altri sono semplicemente alla difficoltà a cui va incontro il film nel cercare di dare corpo a un prodotto che riesca a oltrepassare l’immagine per diventare fenomeno culturale. Partendo dai difetti legati alla serialità, la distanza che separa “Dune – Parte due” dalla precedente pellicola ha portato regista e sceneggiatori a compiere delle scelte specifiche sui toni e le dimensioni del racconto.

Dune: parte due

Se il primo è molto attinente al romanzo, questo seguito taglia e modifica molti aspetti per abbracciare una naturale propensione allo spettacolo che il racconto offre. Questo porta a parecchi elementi inseriti nel primo che semplicemente non trovano una conclusione o un approfondimento in questo “Dune – Parte due”. Molti aspetti del pianeta, delle casate e soprattutto della cultura Fremen che nel precedente “Dune” furono inseriti lasciando archi narrativi aperti per approfondimenti futuri vengono ignorati, per concentrarsi sul cammino di Paul che da ragazzo si ritroverà condottiero e speranza per un popolo di reietti.

Dune: parte due

Questo non intacca il risultato finale, ma indebolisce la mitologia che fa da sfondo alla vicenda e porta inevitabilmente alla successiva serie di problematiche di cui “Dune – Parte due” è afflitto. I sacrifici compiuti da Villeneuve e Jon Spaihts in fase di scrittura per mantenere il focus del film sulla trama principale hanno intaccato la possibilità dello stesso di proporre quella profondità che gli avrebbe permesso di oltrepassare la barriera cinematografica e diventare fenomeno di costume come fu ad esempio per “Star Wars”, saga celebre che attingeva a piene mani dai romanzi di Herbert. Sicuramente con “Dune – Parte due” il regista canadese non ambiva a questo “effetto collaterale”, ma involontariamente il suo lavoro esce enormemente ridimensionato nella scala narrativa a visione conclusa.

Dune: parte due

La pellicola è certamente uno dei migliori momenti cinematografici in cui uno spettatore può imbattersi. Dalla spettacolarità degli eventi, alla caratterizzazione del racconto, “Dune – Parte due” ha del miracoloso per la cura e la qualità con cui coinvolge chi ha letto il libro, così come coloro che di questo incredibile mondo fantascientifico non sanno praticamente nulla. Nonostante gli anni passati, l’epopea di Paul Atreides risulta incredibilmente attuale, dove la riflessione sul potere che non può far altro che corrompere risulta cristallina. Altrettanto chiara è la figura femminile, presente nel film, vero e proprio motore degli eventi nonché deus ex machina del destino dell’universo conosciuto.

Dune: parte due

“Dune – Parte due” abbaglia, stupisce, ma non riesce a far innamorare di sé. Ci prova, ma si rivela così concentrata sul primo piano da cannibalizzare completamente lo sfondo, relegando a mero contorno quello spessore faticosamente portato avanti con il precedente episodio. Al netto di questi difetti, però, “Dune – Parte due” è un film decisamente riuscito, che ricorda quanto l’uomo con le idee chiare sull’utilizzo del mezzo cinematografico possa ancora fare la differenza nella realizzazione di un’opera. Il cinema americano, che negli ultimi anni fatica a trovare una dimensione produttiva che arrivi a un pubblico vasto e non settoriale, unendo qualità e contenuto, trova in “Dune – Parte due” il suo messia.

Dune: parte due

Denis Villeneuve ha compreso che il cinema può rinascere solo ed unicamente attraverso se stesso, conscio che lo spettatore, anche quello più distratto, può essere “rapito” e trasportato su di un altro mondo per più di due ore, se l’opera messa in piedi utilizza un linguaggio comprensibile e diretto. “Dune – Parte due” non sarà quella pietra miliare che era lecito aspettarsi, ma risulta un lucido esempio di grande cinema da riscoprire più volte e goderne maggiormente di visione in visione.

Dove Vedere Dune - Parte due
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CONCLUSIONI
"Dune - Parte due", diretto da Denis Villeneuve, continua l'epica saga da dove il primo film si è interrotto, concentrandosi sull'ascesa di Paul Atreides come leader e vendicatore sul pianeta Arrakis. Sebbene sia un'eccellente continuazione, il film sacrifica parte della profondità per lo spettacolo, ridimensionando la sua portata culturale. Tuttavia, rimane un'opera cinematografica coinvolgente e ben realizzata.
3.5
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