Resident Evil – Videogiochi e zombie “Resident Evil” di Paul W.S. Anderson si apre con uno sguardo si apre nel cuore della notte all’interno di una villa completamente disabitata. Mentre i ricordi iniziano ad affiorare nella mente di Alice (Milla Jovovich) una squadra di soldati irrompe nelle stanze iniziando a...
Resident Evil - Dal videogame al cinema
La saga cinematografica di “Resident Evil” è ad oggi la trasposizione più riuscita (almeno in termini di incasso al botteghino) di un videogioco. Il primo capitolo pur non riproponendo la stessa storia della controparte digitale, riesce a costruirsi una propria identità. Col proseguire degli episodi la saga cambia più volte registro stilistico. Le prime tre pellicole dirette a da tre diversi cineasti, sono estremamente diverse tra loro, unico punto comune la protagonista. Il primo capitolo ad opera di Paul W.S. Anderson mostra le gesta di un gruppo militare, intento a fuggire da un laboratorio segreto dove è stato rilasciato un virus, che ha come effetto collaterale la trasformazioni di uomini in mostri. Il secondo film invece, trova nel suo regista Alexander Witt, un ex tecnico degli effetti speciali, il giusto “more of the same”. Infatti “Resident Evil: Apocalypse” ricollegandosi alla scena finale del primo capitolo, non fa altro che ingigantire ogni parte che ne decretò il successo (anche se la qualità generale non è che sia proprio il punto forte di “Apocalypse”). Quindi abbiamo più mostri, più personaggi e scontri maggiormente spettacolari. Il terzo episodio invece trasporta la protagonista, Alice, in un futuro distopico che deve molto alla saga di Mad Max. Il regista a questo giro è Russell Mulcahy, che mette la firma su quello che è sicuramente il miglior film dell’intera esalogia. Da questo terzo appuntamento la saga continua ritrovando nuovamente il suo creatore Paul W.S. Anderson, che ormai a ruota libera inventa situazioni e personaggi senza più curarsi della fedeltà al videogioco. Di fatto i film hanno ormai una propria identità basata sulla protagonista Alice, che va detto è un personaggio che nel videogioco non esiste. La saga dal quarto capitolo al sesto si trasforma in un rutilante circo di effetti speciali, riprese per favorire il 3D, ma soprattutto in un inno alla dedizione della sua protagonista: Milla Jovovich. L’attrice ucraina ha indossato per quindici anni le vesti di Alice e questa ha attraversato in maniera trasversale tutti i capitoli. Passando da un regista all’altro, da un episodio quasi “intimo” come il primo, al fracasso incontenibile del sesto, la Jovovich ha lavorato duramente per restituire credibilità alla figura di un anti-eroina come poche se ne sono viste al cinema. Questa è forse la cosa più importante, il vero valore dell’intera saga, la sua inossidabile protagonista. Essa è una figura femminile che negli anni ha riportato alla ribalta la donna d’azione, certo lo fa in pellicole che artisticamente sono sufficienti e nemmeno sempre, ma la fisicità e la presenza scenica dell’attrice sono così potenti da trasformarsi in una motivazione più che valida per vedere questi film. La donna moderna nei film d’azione passa sicuramente attraverso la prova attoriale che Milla Jovovich compie e perfeziona nell’arco di queste sei pellicole. Se c’è quindi una ragione per guardare anche solo un episodio di questa serie cinematografia, va cercata nella sua protagonista.