Resident Evil – Welcome to Raccoon City – Indifendibile
Dopo una più o meno riuscita e duratura saga con protagonista Milla Jovivich, “Resident Evil” ritorna con un nuovo capitolo che spazza via tutto quanto lo ha preceduto, prefiggendosi di creare un film più aderente alle atmosfere e situazioni tipiche dell’omonimo videogioco della giapponese Capcom. I produttori, ancora una volta la Constantin Film che unisce le forze con la “Screen Gems” (il ramo dedicato principalmente alle produzioni horror di Sony), affidano il compito di traghettare nuovamente il famoso marchio al cinema a Johannes Roberts, regista inglese che ha fatto della mediocrità la sua cifra stilistica. Non fosse per l’inspiegabile apprezzamento del pubblico per il suo “47 metri”, probabilmente nessuno avrebbe mai affidato a Roberts un progetto di tale risonanza, soprattutto presso il pubblico degli affezionati che ha comunque regalato ai film con la Jovovich incassi di tutto rispetto.
“Resident Evil – Welcome to Raccoon City” racconta le ultime ore rimaste alla città di Raccon prima che questa venga rasa al suolo. Tra le strade della cittadina infatti serpeggia un nemico invisibile, un virus sfuggito al controllo dell’industria farmaceutica “Umbrella” che lentamente trasforma gli abitanti in zombie inarrestabili. Mentre la squadra speciale Alpha della polizia locale, composta da Chris Redfield, Jill Valentine, Richard Aiken, Brad Vickers e Albert Wesker, cerca di far luce sugli strani eventi che si stanno verificando a Raccon City, finendo per condurli nella vecchia Villa Spencer sede dei laboratori Umbrella, in città arriva Claire Redfield, sorella di Chris, desiderosa di riallacciare i rapporti con il fratello. Questa nel tentativo di salvarsi dalla follia che dilaga per la città, unirà le forze con l’ultimo poliziotto rimasto, Leon S. Kennedy. I due inizieranno quindi una fuga che li porterà a loro volta a esplorare i segreti di Villa Spencer.
Fedeltà! Questo deve essere stato il mantra che Johannes Roberts ripeteva a sé e i membri sia del cast che della troupe durante tutta la lavorazione di “Resident Evil – Welcome to Raccoon City” (da qui RE -WtRC). Vedendo il risultato finale in effetti il film è esattamente quello che tutti i fan della saga dei videogames, si aspetterebbero da un adattamento del loro titolo preferito, soprattutto dopo il tradimento perpetrato sotto la luce del sole da Paul W.S. Anderson nel 2002 con il primo “Resident Evil”. Roberts che oltre a dirigere, qui si occupa anche della sceneggiatura, affonda le mani nei primi due capitoli della saga videoludica e mette assieme quello che a tutti gli effetti si può etichettare come “fan film definitivo”. “RE -WtRC” è esattamente questo, una pellicola che abbandona qualsiasi guizzo di personalità, trasportando pedissequamente personaggi e situazioni celebri della controparte elettronica su celluloide, al punto che alcune sequenze riutilizzano stesse inquadrature, luci e montaggio.
Tutto questo farà sicuramente la gioia dei fan (nonché dei produttori dato che questa esasperata aderenza all’originale porta all’utilizzo di pochissima computer grafica contendo i costi), ma rende “RE -WtRC” un giocattolo ermetico, che spegne ben presto l’attenzione di chi il gioco lo ha vissuto tra le proprio mani, annoiando che è del tutto ignaro di quello che si appresta a vedere. Quindi un film che inizia facendo quasi sognare una deriva di romeriana memoria, finisce ben presto per rivelarsi dapprima un compito ben eseguito, successivamente un film privo di qualsiasi idea, sia essa visiva che narrativa. “RE -WtRC” seppur mosso dalle migliori intenzioni, finisce per rivelarsi fiacco e inutilmente serioso, sprecando anche le interpretazioni del perlopiù mediocre gruppo di attori (si salvano giusto Kaya Scodelario, Hannah John-Kamen e Robbie Amell), dando loro personaggi troppo codificati per lasciare all’interprete qualsiasi improvvisazione. “Resident Evil – Welcome to Raccoon City” è un compito stanco che può accontentare solamente un pubblico con basse pretese e vedute limitate, o più semplicemente un inutile spreco di tempo.