Dredd – Il giudice dell’apocalisse


Dredd - Pete Travis
In un futuro distopico le guerre hanno distrutto gran parte del pianeta. I sopravvissuti si sono radunati in megalopoli dove la criminalità infuria. Le normali forze di polizia sono state sostituite dai cosiddetti “Giudici”, figure autoritarie che incarnano la legge e il potere da essa derivata. Compiti di questi è fare rispettare le regole ed eseguire le sentenze in modo immediato, senza bisogno di alcun tipo di processo o giuria. A Mega City One, uno dei tutori dell’ordine più conosciuto è Dredd, il quale in una normale giornata di lavoro si ritroverà assieme a una recluta, Cassandra Anderson, intrappolato a peach trees, covo della criminale M-Ma e luogo in cui si crea e commercializza la droga slo-mo. I due giudici dovranno farsi strada in un palazzo di oltre cento piani, sopravvivendo agli attacchi criminali nel tentativo di fermare Ma-Ma e ristabilire l’ordine.
In breve
DDredd ha finalmente una buona trasposizione per il grande schermo. La sceneggiatura di Garland riesce a costruire delle solide basi per personaggio e ambientazioni. Effetti speciali digitali ridotti al minimo a causa del basso budget hanno fatto in modo di sfruttare al meglio la fisicità dei vari attori, costruendo così uno spettacolo in cui l’azione a base di stunt la fa da padrone. Fascistoide e violento “Dredd – il giudice dell’apocalisse” è buon intrattenimento per chi cerca una alternativa ai blockbuster bolsi e patinati tratti dai fumetti.
Direttamente dal 2012 senza passare per le nostre sale (nel mondo si è rivelato un flop commerciale), arriva una nuova versione cinematografica del fumetto di John Wagner e Carlos Ezquerra: “Judge Dredd”. Archiviata la prima “goffa” trasposizione datata 1995 con Sylvester Stallone protagonista, questa nuova toccata e fuga del fascistoide personaggio sul grande schermo tenta di essere più fedele al materiale di partenza, riuscendoci solamente in parte, ma però centrando (cosa che non fece la pellicola del ’95) l’obbiettivo di essere un buon film d’azione (a patto di accettarne la sfumatura politica estremamente destrorsa).
Diretto da Pete Travis e scritto da Alex Garland (più di qualche notizia dal backstage vuole che sia stato questo secondo a curarne in gran parte la regia e montaggio), il film con protagonista Karl Urban nei panni di Dredd e Olivia Thirlby in quello della recluta Anderson, si rivela una pellicola compatta, non priva di qualche problema tecnico e scelta visiva discutibile per favorire la proiezione 3D in sala (questo film nel 2012 usciva con girato nativo tridimensionale), ma nonostante questo capace di intrattenere e introdurre personaggi e ambienti (cosa quasi miracolosa visto il minutaggio contenuto).
“Dredd – Il giudice dell’apocalisse” oltre a sembrare la versione sci-fi di un’altra pellicola uscita lo stesso anno, “The Raid”, può contare su una buona atmosfera, delle scene d’azione ben dirette e piene di una violenza esagerata al punto da diventare marchio di fabbrica della produzione, ma soprattutto su dei personaggi ben scritti. Tra questi spicca l’antagonista Ma-Ma, interpretata da Lena Headey, che non solo è spietata ma nel suo viso e nelle sue movenze suggerisce una storia che da sola potrebbe reggere un film a se stante (e qui la scrittura di Garland segna una enorme differenza, in quanto conscia che un buon cattivo era necessario per un protagonista che ha il viso costantemente coperto da un casco). La coppia Urban/ Thirlby funziona adeguatamente e la regia precisa sa gestire tempi e toni, non è un caso che il film finisca esattamente prima di iniziare ad accartocciarsi su se stesso. “Dredd – Il giudice dell’apocalisse” non sarà la migliore trasposizione di un fumetto, apparirà fin troppo derivato per gli amanti di “The Raid” (che usciva lo stesso anno, coincidenza?), ma regala uno spettacolo d’azione riuscito e ancora funzionale nonostante in Italia arrivi solamente nel 2019.
2 Comments
Cassidy
Ho in programma di rivederlo, anche perché mi sto uccidendo di fumetti del Giudice Dredd, e mi attira la nuova versione in home video, uscita in vergognoso ritardo qui da noi in uno strambo Paese a forma di scarpa 😉 Cheers
cinefilopigro
Effettivamente il ritardo è clamoroso, ma non credo che il pubblico italiano lo avrebbe apprezzato, anzi riscoprendolo in home video forse ha molte più possibilità di divenire cult