Raya e l’ultimo drago – Avventura e azione made in Disney
Con “Raya e l’ultimo drago” Disney porta sullo schermo una nuova eroina d’animazione, nonché l’ennesima principessa da aggiungere alla collezione dello studio. Questa volta però non c’è un principe azzurro a soccorrere la bella, anzi quest’ultima è combattiva e assolutamente autonoma. Disney si libera finalmente dalle caratterizzazioni classiche dei suoi personaggi femminili, portando così una ventata di freschezza ad un canovaccio ormai troppo logoro.
La storia narra dei tempi in cui nel regno di Kumandra uomini e draghi vivevano assieme in armonia. Un giorno però degli spiriti maligni, i Drunn, iniziano a conquistare il regno. Questi esseri trasformano in pietra tutto quello che travolgono al loro passaggio. Per fermarli i draghi uniranno tutti i loro poteri all’interno di una gemma che Sisu, l’ultimo drago rimasto in vita, utilizzerà per spazzali via e ristabilire l’ordine naturale. Eliminati i Drunn, Sisu sparisce e tutte le creature tramutate in pietra tornano alla normalità, ma non i draghi. A memoria di quanto accaduto rimane la gemma drago, che scatenerà guerre tra le popolazioni umane per entrarne in possesso. Dopo cinquecento anni di lotte, il grande regno di Kumandra è ormai un ricordo e la terra è divisa in battaglie continue. L’imperatore del reame di Cuore, che custodisce la gemma drago, convoca gli altri regnanti in segno di pace con la speranza di riunire tutti sotto un unico cielo. Purtroppo però le invidie tra gli uomini faranno risvegliare i Drunn, seminando nuovamente distruzione. Raya, principessa del regno di Cuore, nonché guardiana della gemma drago, salvatasi grazie al sacrificio del padre dall’attacco dei Drunn, inizia un viaggio alla ricerca del leggendario drago scomparso Sisu, il solo in grado di fermare l’inevitabile apocalisse.
“Raya e l’ultimo drago” segna per la Disney un risultato eccellente da più punti di vista. Lo studio da sempre restio ad abbandonarsi a innovazioni, visto che quando in passato lo fece i risultati furono tutt’altro che rosei, riesce finalmente a portare sullo schermo una pellicola che mescola tradizione e innovazione. Nel cinquantanovesimo lungometraggio animato della casa, troviamo un’ambientazione apocalittica, una protagonista che non ha problemi a “sporcarsi” le mani, ma soprattutto azione. Si in “Raya e l’ultimo drago” finalmente la Disney abbraccia l’azione non più come momento riempitivo, ma come elemento narrativo. I duelli e i combattimenti non mancano e sono molto distanti da quelli di “Mulan” o “Aladdin”. La principessa Raya corre, salta, usa armi di vario tipo ma soprattutto combatte proprio come il militare addestrato al combattimento qual’è.
Se l’intrattenimento è assicurato da questa svolta action della produzione, che comunque è conscia del suo pubblico di riferimento, forse a mancare maggiormente è una freschezza di sceneggiatura che avrebbe giovato maggiormente. “Raya e l’ultimo drago” purtroppo è fin troppo schematico nel modo in cui porta avanti il racconto. I personaggi, tutti ben caratterizzati, sono fin troppo piatti nel ruolo che spetta loro. Ecco quindi che come ci viene presentato un personaggio, nel giro di qualche battuta siamo già in grado d’immaginare il suo intero arco narrativo. Certo in un film principalmente indirizzato ad un pubblico di giovani e giovanissimi, non è un gran problema, ma visto l’eccellente lavoro fatto in ogni comparto era diverso rischiare un po’ di più. Quindi se è vero che “Raya e l’ultimo drago” abbandona la struttura del classico Disney e che la sua protagonista è dura e tosta quanto basta, tutti i personaggi secondari sono puramente funzionali, nulla più. Si va dall’animale miglior amico della protagonista, passando per un paio di finti antagonisti pronti ad affiancarla una volta compresa la sua missione, fino ad arrivare al cattivo che forse poi tanto perfido non è.
“Raya e l’ultimo drago” seppur non privo di difetti è comunque una pellicola di gran classe, diretta con meticolosa maniera, intrattiene lo spettatore più adulto e non mancherà di abbagliare quello più giovane, con tutta la sua mirabolante giostra di colori e momenti di spettacolo. Come in ogni film dello studio, anche qui alcuni temi vengono trattati attraverso il racconto e i personaggi che lo popolano, ma su tutti la riflessione importante è quella legata alla necessità che gli uomini riscoprano la propria collettività, unica via per salvare il mondo dai pericoli attuali e prepararsi per quelli che eventualmente si affacceranno in futuro. E questo tema, vista la catastrofe climatica a cui stiamo lentamente andando incontro, non è sicuramente qualcosa da prendere alla leggera, nemmeno quando inserito in un film d’animazione per ragazzi e ragazze di tutte le età. Disney con “Raya e l’ultimo drago” non crea un lungometraggio d’animazione ai livelli dei più blasonati del cosiddetto secondo rinascimento, ma ci si avvicina con uno slancio veramente dirompente.