Il cinema ritrova la tematica del viaggio, la strana coppia che strappa risate (amare) all’inizio e commozione alla fine, ma soprattutto il percorso che cambia la percezione di ogni cosa
In 'Napoleon', Ridley Scott racconta la vita di Napoleone Bonaparte con uno sguardo intimo, concentrato su momenti chiave e sul complesso rapporto con Giuseppina. Il film, pur nella sua bellezza visiva, manca di una profondità che esplori le sfumature politiche e personali del condottiero. Resta un racconto spettacolare, ma non fondamentale.
Storia di una ladra di libri – Emozioni a tempo Non è semplice tornare su alcuni momenti storici come fa...
Blood Diamond – Verità taciute Guardando la filmografia del regista Edward Zwick non si può non notare come la qualità...
Birdman – L’arte d’inventare il niente dal tutto Ho sempre sostenuto la tesi di come in questi anni il cosidetto...
"Roma” è sicuramente il film migliore del regista messicano, che seppur completamente opposto alle grandi produzioni precedenti come “Gravity” o “I Figli degli uomini”, mette in scena una storia che sembra un flusso di memoria a ruota libera prima di ogni altra cosa, con una eleganza e maestosità che raramente si sono viste al cinema negli ultimi anni.
A History of Violence – Una volta abusata non ti lascia più. In “A History of violence” Tom Stall (Viggo...
Nella valle di Elah – Nessuna verità tra le menzogne Paul Haggis torna a raccontare l’America fatta di persone, di...
Quarto film cinematografico diretto da Luc Besson che trova un perfetto equilibrio tra componente narrativa e visiva. Storia di una relazione “impossibile” tra un uomo e una ragazza, “Léon” inizia come un thriller tesissimo regalando una sequenza di apertura al fulmicotone, lasciando il posto a un racconto di formazione a parti invertite.
La finestra di fornte – La potenza della memoria “La finestra di fronte” del regista Ozpetek è l’esempio calzante di...
Nemico pubblico – Non c’è più tempo per il racconto John Dillinger, rapinatore di banche che ha messo in scacco...
Con "Cry Macho" Eastwood riesce nuovamente a sottolineare la bellezza di un cinema scevro da effetti speciali ed espedienti narrativi pianificati dall’ufficio marketing piuttosto che dal team creativo.