The Head Hunter – Piccolo e d’atmosfera
Un guerriero vichingo perde la propria figlia, uccisa da una delle creature che popolano il mondo in cui vivono. Da quel fatidico giorno si metterà alla caccia del mostro colpevole di aver portato dentro la sua vita tanto dolore. Le sue giornate si divideranno tra riposo e uccisioni, taglie da riscuotere e ricerca del suo obbiettivo, fina a quando potrà finalmente portare a termine la sua vendetta.
La riuscita della pellicola si poggia sulla costruzione di una atmosfera credibile e sull’interpretazione del protagonista principale, unico interprete assieme alla ragazzina che appare in qualche flashback.
Minuscolo film indipendente “The Head Hunter” diretto da Jordan Downey è un fantasy dalle venature horror. La riuscita della pellicola si poggia sulla costruzione di un’atmosfera credibile e sull’interpretazione del protagonista principale (Christopher Rygh), unico interprete assieme a una ragazzina. Durata limitata, “The Head Hunter” arriva a sforare i settanta minuti e seppur non facendo gridare al miracolo, lo fa nel migliore dei modi: ossia ricordandoci che da una storia ridotta al minimo si può ottenere una messa in scena funzionale ed incisiva.
Di base il film non è altro che la storia di un uomo in cerca di vendetta personale, quindi niente di realmente nuovo, a rendere interessante la pellicola è la costruzione di un mondo credibile fatto di silenzi e sguardi e paesaggi sconfinati. Effetti speciali quasi inesistenti e per lo più legati al make-up, “The Head Hunter” è il trionfo dell’artigianalità e del minimalismo (tutto sapientemente mascherato dai toni della fotografia). Molti elementi del racconto non vengono spiegati, lasciando alla fantasia dello spettatore dare loro un significato, la bravura di Downey sta proprio nel posizionare questi nel punto giusto del film, centellinandoli in modo da mantenere sempre vivo l’interesse fino al finale, che arriva prima di far sopraggiungere la noia.
“The Head Hunter” non sarà un film memorabile, ma si rivela una gradita sorpresa per gli amanti del cinema di genere, che troveranno in questa produzione un buon motivo per spendere poco più di un’ora del proprio tempo in un mondo che riesce ad essere credibile, che cresce con l’aumentare della tensione, regalando un finale del tutto inaspettato. In un momento in cui il genere horror fatica in parte a rinnovarsi, il film di Jordan Downey si rivela una piacevole scoperta, al netto di qualche leggerezza di sceneggiatura.