The Island

The Island – Scappare per vivere

“The Island” ci trasporta in un futuro in cui la terra è arrivata ad un grado d’inquinamento tale che i superstiti alla contaminazione abitano in una specie di conglomerato ultratecnologico, nel quale tutto è controllato monitorato per fare in modo che nessuno stia male e soprattutto per ricostruire la civiltà perduta. L’unico posto della terra ancora incontaminato è l’isola, un paradiso tropicale che ognuno degli abitanti vorrebbe raggiungere. In questa perfetta realtà Lincoln Sei Echo (Ewan McGregor), vive e lavora da ormai tre anni ed inizia ad avere dubbi sul dottor Merrik (Sean Bean) colui che gestisce il conglomerato e sulla reale esistenza dell’isola.

Grazie all’aiuto di McCrod (Steve Buscemi) un tecnico che lavora ogni giorno in un’area a rischio di contaminazione, scoprirà che la realtà è diversa da come sembra e riuscirà a scappare da quella fortezza portando con se Jordan Due Delta (Scarlett Johansson). Una volta fuori entreranno completamente a conoscenza di chi sono loro e a cosa servono, ma soprattutto faranno di tutto per guadagnarsi la “vita” che gli era stata tolta fino a quel momento! Negli ultimi anni i film di fantascienza hanno adottato la storia dell’uomo in fuga in diversi casi, riscuotendo più o meno successo.

Ora dopo “Minority Report” che ci raccontava la storia di un agente in fuga dalle proprie future azioni, “Paycheck” dove in questo caso era un dottore che scappava dalle azioni passate per rimediare al futuro, è la volta di “The Island” blockbusterone effetti e cervello affidato alle mani di Michael Bay (The Rock, Bad Boys), regista che ha sempre regalato intrattenimento puro senza sostanza ma che sa comunque come incollare le retini dello spettatore allo schermo quando si tratta di film d’azione.

Il regista, qui al suo primo film senza il suo produttore feticcio Jerry Bruckheimer, sembra aver cambiato direzione evolvendosi ed aggiungendo una storia che porti lo spettatore ad immergersi nelle immagini non solo con gli occhi ma anche con la testa, e per fare tutto ciò decide di utilizzare il tema quanto mai attuale della clonazione. Il film parte nel migliore dei modi, lo spettatore si trova nel mezzo di un puzzle che inizia a districarsi con il giusto tempo e ritmo ma lo scorrere della pellicola porta molta curiosità che viene svelata solamente in parte in un secondo tempo ricco d’azione, ma che purtroppo si dimentica completamente dei contenuti privilegiando il racconto per immagini.

Un vero peccato perché il film prometteva sicuramente bene, grazie alla regia in puro “Bay-style” che esalta le immagini in modo fantastico, colori e ricercatezza visiva come da consuetudine del regista di Los Angeles sono ai vertici della categoria, il cattivo interpretato da Sean Bean rende incredibilmente bene, e la piccola parte del tecnico informatico interpretata da Steve Buscemi è talmente riuscita che a fine visione è il personaggio che viene ricordato di più.

Ma il film ha a sfavore un po’ troppi inserimenti pubblicitari che grazie ai due protagonisti decisamente cool in ogni scena questi vengono quasi sottolineati (mai visto niente di simile nemmeno in 007), ma soprattutto la durata veramente eccessiva; dopo Bad Boys 2 c’era da sperare che Bay avesse imparato che far durare troppo un film e inallenare troppi colpi di scena uno dietro l’altro rovina il ritmo della pellicola, ma purtroppo così non è stato. Un film diviso a metà ed entrambi le parti sono contrasto, ma il “bello” sta proprio in questo. “Renovatio”.

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2.5
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