The Nun – Un horror quasi riuscito
Anno 1959. Nell’abbazia di Santa Carta in Romania, un contadino trova il corpo impiccato di una delle suore di clausura. Il Vaticano manda ad investigare su quanto accaduto padre Burke (Demián Bichir) e la giovane sorella Irene (Taissa Farmiga). Arrivati sul luogo i due si ritroveranno nel mezzo di alcuni eventi soprannaturali, scatenati da una presenza demoniaca (Bonnie Aarons) un tempo imprigionata sotto le fondamenta dell’abbazia e ora libera. Faranno appello a tutte le loro forze a alla propria fede per combattere quel male risvegliato.
“The Nun” è un capitolo collaterale, un racconto di appendice, legato alla saga di “The Conjuring”. Il film inizia infatti con alcune sequenze prese dal secondo capitolo di questa, quel “The Conjuring 2 – Il caso Enfield”, che tanto piacque a chi scrive, per introdurre fondamentalmente la creatura che accompagnerà lo spettatore per tutta la sua durata. Diretto da Corin Hardy la pellicola non può sicuramente dirsi riuscita, ma ha il merito di avere una cura estetica che va oltre le aspettative e ma allo stesso tempo, anche quello di rimettere al centro della pellicola “il mostro” (un po’ come avveniva con i vecchi capitoli di Freddy Krueger).
E’ infatti il demone che infesta l’abbazia il protagonista indiscusso del film, più dei due eroi e addirittura, più dei luoghi in cui si svolge l’azione. Il regista inglese trasforma in autentica “star” il cattivo del film, un demone con le fattezze di una suora. Non è quindi un caso, ma un pregio il fatto che la visione proceda nell’attesa di vedere come e in quali vesti il demone attaccherà i protagonisti (in alcuni casi la bellezza di certe trovate visive appaga anche l’occhio più smaliziato).
Questo però accade a causa di una sceneggiatura che non si può definire blanda (sarebbe già un complimento), ma purtroppo è completamente svuotata da qualsiasi tipo di caratterizzazione dei personaggi principali (e quando tenta di fare qualcosa si prega perché la smetta quanto prima), ma anche di senso del ritmo. Il mostro può contare su una fisicità e presenza scenica, talmente forte e amplificata dal bellissimo lavoro su fotografia e scenografia, che ruba la scena a chiunque sia presente durante le sue apparizioni, ma a parte questo non c’è nulla di cui gioire durante la visione.
Purtroppo i pregi del film di Corin Hardy, sono per l’appunto la creatura, la fotografia di Maxime Alexandre e il look creato da Jennifer Spence. Anche il lavoro in cabina di regia sarebbe da lodare, ma a causa del vuoto siderale definito “sceneggiatura”, questa non fa altro che allestire ciclicamente delle sequenze che con tempismo matematico sfociano nel più classico dei jump scare. “The Nun” è comunque un horror che si lascia guardare, ma il suo problema sta nel non avere la potenza necessaria per essere ricordato dopo i titoli di coda.
“The Nun” fa parte di una serie di film horror tratti dalla saga “The Conjuring” diretta da James Wan. Ad ogni capitolo principale viene inserita una creatura che fino ad oggi ha visto realizzati dei film appositi. Fu così per la bambola demoniaca “Annabelle” a cui sono state dedicate due pellcole, così come alla suora demoniaca che appariva per la prima volta nel secondo capitolo assieme ad un altro personaggio “l’uomo storto”. Riguardo quest’ultimo è in fase di realizzazione un film a lui dedicato.