Harry Potter e l’Ordine della Fenice

Harry Potter e l’Ordine della Fenice – Benvenuto David Yates

Quinto anno scolastico per Harry e i suoi amici che inizia sotto l’ombra del ritorno di Lord Voldemort. In pericolo persino nel mondo reale il giovane Potter verrà salvato da un gruppo di maghi, tra cui alcune sue vecchie conoscenze, appartenenti alla società segreta chiamata “Ordine della fenice”. Questa raggruppa una serie di abili maghi sotto la guida di Albus Silente, con il preciso scopo di fermare il ritorno di Voldemort. Purtroppo però se per Harry e i membri dell’ordine il ritorno del signore oscuro è già avvenuto, il primo ministro della magia consumato dalla paura nega l’evidenza dei fatti, screditando Silente, il giovane mago e tutti coloro che provano anche solo a teorizzare il ritorno del signore oscuro.

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All’oscuro dell’opinione pubblica inizia una lotta tra l’ordine della fenice e i mangiamorte, tutti interessati a recuperare una vecchia profezia che segnerà il destino sia di Harry che di Voldemort. Nel frattempo a Hogwarts Silente verrà tolto dal suo incarico di preside per far spazio alla professoressa Dolores Umbridge, nuova insegnante contro le arti oscure voluta dal ministero della magia per controllare cosa accade nella scuola. La lotta tra le forze del bene e quelle del male è oramai all’inizio e tutti, persino i giovani allievi della scuola di magia, dovranno molto presto decidere da quale parte stare. Quinto capitolo e anche nuovo regista e sceneggiatore.

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“Harry Potter e l’ordine della fenice” è quindi un film che fa tesoro dei precedenti e getta i semi per il rush finale della saga, forse rimane il capitolo meno incisivo, ma non per questo non riuscito.

Dietro la macchina da presa di “Harry Potter e l’ordine della fenice” arriva David Yates, che fa il suo esordio sul grande schermo dopo una carriera tra episodi di serie televisive. Sulla scrivania dello scrittore fa capolino Michael Goldenberg, che ricordiamo per il bellissimo “Contact” di Robert Zemeckis e per una serie di altri film trascurabili, quando non decisamente brutti. I due si ritrovano al timone di una produzione importante ed enorme e il risultato, seppur di molto debitore a coloro che li hanno preceduti, può considerarsi più che soddisfacente. Questo quinto capitolo di fatto poggia le sue scelte visive su quanto visto ne “Il prigioniero di Azkaban” e “Il calice di fuoco”, così come il racconto si rifà per struttura agli episodi appena menzionati. “Harry Potter e l’ordine della fenice” è un ponte tra la prima parte di questa enorme storia di formazione e l’inizio del suo epilogo. Il film infatti si prende cura di tagliare il superfluo e dar lustro a eventi, personaggi e luoghi che accompagneranno i suoi protagonisti sino al finale.

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David Yates si dimostra capace nel gestire sia le concitate scene d’azione, sia quelle più intime dedicate ai rapporti tra i personaggi. Dove delude maggiormente è nel mettere insieme una pellicola sontuosa, assolutamente capace di assolvere gli scopi prefissati, ma senza particolari guizzi stilistici. In “Harry Potter e l’ordine della fenice” troviamo un buon adattamento che si limita a essere tale, senza rischiare e senza lasciare nulla al caso. Il regista inglese preferisce sobrietà e diligenza a creatività e prese di posizione nei confronti della materia, ma queste scelte non intaccano lo spettacolo che rimane comunque su un buon livello, sia tecnico che di puro intrattenimento. “Harry Potter e l’ordine della fenice” è quindi un film che fa tesoro dei precedenti e getta i semi per il rush finale della saga, forse rimane il capitolo meno incisivo, ma non per questo non riuscito.

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