Ritorno al futuro – Ritorno a casa


la domanda giusta è quando diavolo sono
Fantascienza e fantasia si mescolano insieme grazie al regista Robert Zemeckis che trova nell’amico produttore Steven Spielberg il giusto compagno per realizzare l’incredibile, alzare un sipario sull’impossibile per renderlo probabile nella sua semplicità. “Ritorno al Futuro” è la corsa di un ragazzo desideroso di tornare a casa, un turista per caso obbligato suo malgrado a viaggiare su strade immaginarie, quelle temporali. Lo spazio si piega a favore della fantasia creativa di una storia più complessa ed articolata di quanto non lasci intendere, ma grazie alla cura riposta nella stesura e messa in scena della vicenda (ma soprattutto alla perfetta calibrazione dei personaggi), il film diviene un contenitore ermetico di un mondo che vuole essere scoperto con gli occhi e il cuore. Un viaggio nel passato che modificherà con un inaspettato effetto domino il futuro, ricordando però che gli animi non cambiano con il tempo, le persone restano tali indipendentemente da ciò che li circonda. Marty scoprirà quindi quanto sia importante credere in se stessi ed aiutare gli altri, ed allo stesso tempo tutte le figure del passato comprenderanno aspetti bizzarri di un futuro a loro ignaro.

Dovendo trasformare un’atuomobile in una macchina del tempo perchè non usarne una bella
“Ritorno al futuro” è la messa in scena della teoria che vede il singolo individuo fare i conti con il passato per costruire un’avvenire, perché la metà sarà sempre irraggiungibile se non si conosce il punto di partenza. La pellicola di Zemeckis è costellata di buoni propositi, di giuste morali ma sa non essere mai retorica, divenendo così un film dalle tematiche universali resistente al tempo pronto per essere visto dallo spettatore di ogni generazione passata e futura.
2 Comments
anonimo
“Hey tu porco levale le mani di dosso!”
Adoro questo film (e gli altri due che compongono la trilogia).
Sarà per il fatto che lo riconduco alla mia giovinezza, ma non mi stancherò mai di guardarlo.
stevemcqueen
Super cult in assoluto, come tutta la trilogia. Anche se il primo, spesso é il migliore.
Byez