“The Rock”, secondo film del regista Michael Bay, ha segnato una svolta nel cinema d’azione americano degli anni ’90. Non solo ha influenzato la narrativa visiva e le dimensioni delle produzioni, ma ha anche riunito un cast di attori molto noti al pubblico in una trama accuratamente costruita per offrire spettacolari effetti speciali e acrobazie che erano quasi inedite nel genere. Il film è confezionato in uno stile patinato derivato dai videoclip, frenetico al punto da rendere quasi trascurabili gli errori di montaggio e scrittura.
“The Rock” può essere considerato il manifesto di una generazione di registi provenienti dai video musicali e dagli spot pubblicitari che hanno trovato il loro approdo sul grande schermo con la stessa determinazione con cui un esercito assedia una fortezza. Nel caso specifico di Michael Bay e di questo film, l’attacco frontale ai sensi ha portato a una vittoria, definendo la linea narrativa ed estetica che molti hanno cercato di replicare, spesso senza successo. Un’alternativa a questo approccio è rappresentata dall’opera di John Woo nel panorama dell’epoca, con titoli come “Face/Off”, “Broken Arrow” e “Mission: Impossible 2“, che si focalizzavano sulle situazioni piuttosto che sull’estetica.
“The Rock” ha una trama semplice, potrebbe essere contenuta in un fazzoletto di carta. Racconta la storia di due uomini che devono rischiare la vita per fermare un ex generale dei Marines che minaccia di distruggere San Francisco con un attacco missilistico da Alcatraz. I tre sceneggiatori, David Weisberg, Douglas Cook e Mark Rosner, creano una serie di sequenze d’azione che coinvolgono Sean Connery e Nicolas Cage, che si susseguono senza soluzione di continuità. Ed Harris, un altro nome illustre del cast, interpreta il ruolo del villain, il generale disertore Hummel. Il personaggio, insoddisfatto del modo in cui il governo americano tratta le vittime di guerra e le loro famiglie, decide di assediare la vecchia prigione di Alcatraz e prendere degli ostaggi. Nonostante i suoi metodi sbagliati, i suoi intenti sono lodevoli, e Harris interpreta il personaggio in modo carismatico, rendendo credibili i conflitti interni del personaggio.
Nella prima parte del film, “The Rock” si concentra sulla presentazione dei personaggi in modo didascalico, ma privo di personalità. Qui, il film si imbarca nel rischio più grande dell’intera operazione, ovvero trasformare Nicolas Cage in un eroe d’azione. Bay mette subito il personaggio di Cage di fronte a un’operazione estrema come il disinnesco di una bomba in un bunker dell’FBI. Contestualmente, assistiamo all’attacco di Alcatraz da parte dei marines guidati da Ed Harris, che serve da pretesto per giustificare l’inclusione del detenuto John Patrick Mason, interpretato in modo magnetico da Sean Connery, l’unico uomo che sia mai riuscito a evadere dall’isola durante la sua detenzione. Una volta che le tre figure principali sono presenti, “The Rock” diventa una corsa frenetica contro il tempo per fermare la distruzione di San Francisco e dell’isola penitenziaria.
Nonostante la trama di “The Rock” potesse sollevare alcune riflessioni politiche sulla gestione delle forze armate da parte del governo americano, è chiaro che a Michael Bay interessi soprattutto lo spettacolo. Durante le sue poco più di due ore, il film cattura costantemente l’attenzione dello spettatore con inseguimenti, esplosioni, sparatorie e tutto ciò che ci si aspetta da un grande film d’azione prodotto da Don Simpson e Jerry Bruckheimer. I due produttori, che avevano già collaborato con Bay in “Bad Boys”, hanno identificato in lui il regista perfetto per il progetto, sostituendo Tony Scott, la prima scelta per dirigere il film ma che era impegnato con “The Fan”. Nonostante alcune somiglianze tra il regista britannico e Bay, i loro approcci e risultati sono molto diversi. Proprio attraverso “The Rock”, Bay ha posto le basi per il suo peculiare stile visivo, anche se non ha permesso che questo stile sopraffacesse tutto, come avvenuto in produzioni successive che sembrano essere fuori controllo.
“The Rock” è un film da botteghino, una produzione che si concentra principalmente sul profitto e fa ogni sforzo per ottenere un rendimento sull’investimento iniziale. Il film non brilla per la qualità della scrittura o la complessità, ma amplifica visivamente ogni aspetto, che sia un inseguimento automobilistico per le strade di San Francisco o un semplice dialogo tra padre e figlia in un parco cittadino. Tutto viene esagerato attraverso movimenti di macchina e l’uso del rallentatore, pur fermandosi sempre appena prima di diventare un manierismo pacchiano. Nonostante ciò, “The Rock” dimostra la competenza dietro la creazione delle scene, anche se talvolta manca nella fase di montaggio. Il film sfrutta al meglio il suo cast, catapultando Cage nell’olimpo degli eroi d’azione e confermando Connery come uno degli attori più poliedrici e adattabili della sua generazione.
“The Rock” può essere considerato anche un film decisamente patriottico e di destra, ma è così eccessivo in tutto ciò che fa che queste derive risultano inconsistenti, servendo solo a dare un tono riconoscibile all’azione. Michael Bay firma il suo film più riuscito fino ad oggi, che ha dato origine a quello che viene chiamato “Bayhem” e ha influenzato generazioni di registi, sia in positivo che in negativo, a seconda dei punti di vista. “The Rock” è un grande film d’azione compatto, con scene seducenti, musiche pompose e adrenaliniche, e l’uso moderato ma efficace degli effetti speciali. Tuttavia, non sfrutta appieno le potenzialità dei suoi temi e dei suoi personaggi, rimanendo principalmente una produzione spettacolare ed energica che promette di tenervi incollati allo schermo per la sua durata.