I Tre Moschettieri: D’Artagnan

I Tre Moschettieri: D’Artagnan – Un’avventura Classica e Moderna

Forse il rimedio ai problemi del blockbuster/prodotto moderno che affligge il cinema americano e tiene il pubblico lontano dalle sale, passa attraverso l’approccio classico/avventuroso che “I Tre Moschettieri: D’Artagnan” diretto da Martin Bourboulon porta sul grande schermo. Si tratta dell’ennesimo adattamento del celebre romanzo di Alexandre Dumas, ma il film riesce a rielaborare il racconto classico in modo fresco e aggiornato. Questa nuova interpretazione è divisa in due pellicole distinte, dando vita a un dittico che “sporca” l’avventura con le tecniche moderne pur mantenendo la sua atmosfera romantica e classica.

I Tre Moschettieri: D’Artagnan

La storia de “I Tre Moschettieri: D’Artagnan” inizia con il giovane guascone, D’Artagnan (François Civil), che si reca a Parigi grazie a una lettera di raccomandazioni scritta dal padre, con l’obiettivo di diventare uno dei moschettieri del Re. Durante il suo percorso, D’Artagnan incrocia la strada (o meglio dire, la spada) di Athos (Vincent Cassel), Porthos (Pio Marmaï) e Aramis (Romain Duris), tre celebri moschettieri che diventano presto suoi amici.

D’Artagnan ben presto si ritroverà dentro ad avventure emozionanti tra cui aiutare la regina di Francia, vittima di un complotto orchestrato dal Cardinale Richelieu e dai suoi seguaci. Questi vogliono trascinare il Re Luigi XIII (Louis Garrel) in una guerra con i protestanti di Le Rochelle e, di conseguenza, con l’Inghilterra. Per farlo tentano di svelare la relazione extraconiugale della regina con il duca di Buckingham, così da scatenare l’ira del sovrano. Nonostante alcune libertà prese rispetto al romanzo originale, il film rimane fedele allo spirito del racconto di Dumas.

I Tre Moschettieri: D’Artagnan

Ciò che convince in “I Tre Moschettieri: D’Artagnan”, prima parte del dittico diretto da Bourboulon è la capacità del regista francese di mettere il mestiere al servizio dei personaggi e del racconto. Il film suggerisce ma non mostra in modo eccessivo la violenza dell’epoca, concentrandosi invece sullo sviluppo dei personaggi e degli eventi. La messa in scena moderna si fonde in modo armonioso con l’avventura classica, grazie a coreografie nobilitate dall’uso del piano sequenza, che conferiscono uno spazio e un ritmo inediti al genere.

I Tre Moschettieri: D’Artagnan

Bourboulon per “I Tre Moschettieri: D’Artagnan” si discosta dallo stile americano dei film d’avventura, non inventando nulla di nuovo ma amalgamando alcune idee visive precise. Il risultato è una pellicola con una messa in scena pulita e funzionale, che non si perde mai nell’ostentazione tecnica ma rimane chiara e concentrata sui personaggi e sugli eventi che prendono vita sul grande schermo. Il cast scelto per interpretare i moschettieri è convincente, e i personaggi di contorno sono ben calati nei rispettivi ruoli. In particolare, Eva Green brilla nel ruolo di Milady, un’antagonista crudele, implacabile e affascinante.

I Tre Moschettieri: D’Artagnan

Se “I Tre Moschettieri: D’Artagnan” funziona grazie al suo equilibrio tra elementi classici e moderni, il verdetto finale sulla riuscita dell’intero dittico narrativo dovrà aspettare la seconda parte, che potrà confermare o smentire l’ambizione del progetto. In ogni caso, ci sono prospettive positive per una conclusione che possa soddisfare le aspettative del pubblico, lasciando intravedere la possibilità di un successo duraturo. Resta da vedere come il secondo capitolo del dittico si svilupperà e se riuscirà a mantenere la coerenza e la forza narrativa della prima parte. Gli appassionati dei moschettieri e del genere avventuroso potrebbero trovarsi di fronte a una nuova interpretazione affascinante e coinvolgente della classica storia di D’Artagnan e dei suoi compagni.

Dove Vedere I tre Moschettieri: D'Artagnan
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I Tre Moschettieri: D’Artagnan
CONCLUSIONI
"I Tre Moschettieri: D'Artagnan," diretto da Martin Bourboulon, offre un approccio avventuroso e moderno a un classico di Alexandre Dumas. Diviso in due parti, il film combina abilmente elementi tradizionali e contemporanei, con una messa in scena pulita e un cast convincente. La prima parte promette un bilanciamento interessante tra classico e moderno, ma il verdetto definitivo attende la conclusione del dittico.
3
VOTO
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