Venom

Venom – Semplicemente in ritardo

Una spedizione spaziale mandata alla ricerca di un nuovo pianeta abitabile fa un rovinoso ritorno sulla terra. La navicella contiene delle specie aliene oggetto di ricerca, ma a seguito dello schianto gli astronauti moriranno e uno di questi esseri entrando nel corpo di un poliziotto inizierà a girare libero per San Francisco. Eddie Brock giornalista scomodo durante una sua intervista al fondatore della “Life Foundation” riguardo i traguardi raggiunti nella ricerca spaziale, inizierà a fare delle domande scomode al punto da ritrovarsi nel giro di qualche giorno con la vita completamente stravolta.

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Licenziato e lasciato dalla futura moglie, Eddie cercherà in qualche modo di rimettere assieme la propria quotidianità, fino al momento in cui entrerà in contatto con l’alieno diventando un tutt’uno con esso, ed iniziando una lotta per salvare la terra da una possibile invasione. Noioso. Ecco il riassunto in una sola parola di “Venom” ennesima trasposizione dai fumetti Marvel, questa volta ad opera diretta di Sony, che non riesce a trovare per le sue quasi due ore di durata una propria identità.

Venom

Diretto da Ruben Fleischer, suo il divertentissimo “Zombieland”, questo pasticcio filmico tenta di mescolare un antieroe politamente scorretto dall’aspetto mostruoso, con una impostazione visiva che faccia in modo di non spaventare il pubblico di riferimento che in questo caso è palesemente molto giovane. La pellicola che mette in scena le gesta di un personaggio che si nutre di esseri umani per sopravvivere, si guarda bene dalla possibile deriva grottesca prendendo fin troppo seriamente una storia scritta senza verve che procedete per canoni già visti, presi a forza da altre produzioni (non solo appartenenti al mondo dei fumetti) e mescolate assieme nel tentativo di creare un meltin pot capace di intrattenere.

Quando il rapporto tra Venom ed Eddie inizia quasi a diventare interessante, siamo in zona buddy comedy, il film si avvia verso un finale mortificante, fatto dell’ennesimo scontro tra pupazzi in CGI che non crea mai alcuna tensione.

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Purtroppo però il risultato è uno spettacolo bolso e stanco, che vede delle interpretazioni spesso fuori luogo quando non risultano imbarazzanti. Tom Hardy protagonista assoluto sembra consapevole di aver tra le mani una sceneggiatura completamente vuota, vale anche per Michelle Williams, quindi tenta di mettere sostanza tramite la sua interpretazione di Eddie Brock, ma riesce quasi a far rimpiangere quello di Topher Grace visto nello “Spider-Man 3” di Raimi (e non che in quel film il personaggio abbia avuto una bella gestione). Le cose vanno sicuramente migliorando nella seconda parte del film, quando finalmente “Venom” entra in scena, ma anche in questo caso un personaggio così politicamente scorretto nelle gesta viene costantemente depotenziato nelle sequenze d’azione.

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Quando il rapporto tra Venom ed Eddie inizia quasi a diventare interessante, siamo in zona buddy comedy, il film si avvia verso un finale mortificante, fatto dell’ennesimo scontro tra pupazzi in CGI che non crea mai alcuna tensione. Eppure la pellicola inizia molto bene ricordando “L’alieno” di Jack Sholder e con un ritmo anche sostenuto, arenandosi nella parte centrale e pagando l’enorme dazio di ambientare quasi tutto il film di notte più per agevolare la riuscita degli effetti speciali, che per una qualche scelta stilistica o di sceneggiatura. Più che un film “Venom” si conferma una inutile perdita di tempo.

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