Harry Potter e la camera dei segreti – Un seguito noioso
Secondo anno scolastico e secondo lungometraggio per Harry Potter, il mago nato dalla penna di J.K. Rowling. “Harry Potter e la camera dei segreti” ci porta nuovamente tra le mura del castello di Hogwarts, dopo una piccola parentesi casalinga con gli zii del giovane mago. Nei corridoi della scuola di magia si aggira un essere che pietrifica chi si trova davanti a lui. Il giovane Potter ben presto si rende conto che questa entità sta cercando proprio lui. Assieme agli amici Ron Weasley ed Hermione Granger inizierà ad indagare sui fatti che stanno accadendo per capire chi lo vuole fuori dai giochi, ma soprattutto per interrompere questa catena di malefici.
La verità supera di gran lunga la fantasia e persino Potter faticherà ad affrontare i pericoli contenuti in una parte del castello chiamata “la camera dei segreti”. Anche per questo secondo episodio troviamo alla regia Chris Columbus e alla sceneggiatura nuovamente Steve Kloves. Ma se il duo con il primo capitolo riescono a convincere con questo seguito qualcosa sembra non andare per il verso giusto. “Harry Potter e la camera dei segreti” ha toni decisamente più oscuri, si potrebbe definire un thriller per ragazzi, ma questa volta l’esercizio di mediazione tra adattamento cinematografico e fedeltà nei confronti dell’opera scritta, pende molto di più a favore di quest’ultima.
Questa volta l’esercizio di mediazione tra adattamento cinematografico e fedeltà nei confronti dell’opera scritta, pende molto di più a favore di quest’ultima. Il risultato è una pellicola “bolsa”, troppo lunga e con evidenti problemi di ritmo.
Il risultato è una pellicola “bolsa”, lunga e con problemi di ritmo. Columbus non sembra a suo agio con la parte più investigativa e cupa del racconto ed infatti preferisce spendere molto del minutaggio complessivo, che arriva a sfondare le due ore e mezza, in momenti collaterali che spezzano il racconto. Ecco quindi che paradossalmente la parte più importante viene costantemente messa da parte a favore di momenti inutilmente allungati come ad esempio quello dedicato al camuffamento dei protagonisti. Certamente gli amanti del libro gradiranno questa scelta, ma chi si approccia al racconto tramite l’opera cinematografica si ritrova a dover fare i conti con una narrazione inutilmente diluita e una tensione latente anche quando dovrebbe raggiungere picchi ben più alti.
La parte finale così come pure alcuni altri momenti della pellicola riescono a sollevare l’esito del film facendogli superare la sufficienza, ma dopo il brillante inizio era lecito aspettarsi qualcosa di più riuscito. “Harry Potter e la camera dei segreti” conferma comunque la confezione lussuosa e imponente del precedente capitolo, con una parte visiva decisamente riuscita e una colonna sonora ancora una volta all’altezza, se non di più, delle aspettative. Gli effetti speciali abbondano e sono comunque sempre ben amalgamati con il quadro e non vengono mai utilizzati come stampella narrativa, ma sono e rimangono costantemente al servizio del racconto.
Chris Columbus non si è rivelata la scelta migliore visto il climax generale di questo secondo capitolo, ma da regista che conosce i giusti trucchi del mestiere porta sullo schermo uno spettacolo più che decoroso nonostante risulti per gran parte della sua durata fin troppo misurato, ma forse sarebbe il caso di dire noioso.