Strange World – La Disney ritrova l’avventura
Il cinema d’avventura per famiglie di casa Disney torna nuovamente alla ribalta con “Strange World”, film d’animazione in computer grafica che riesce ad intrattenere con momenti spettacolari e un racconto ritmato. Le fonti d’ispirazione della pellicola sono classiche e vanno da Jules Verne e il suo “Viaggio al centro della terra”, ai racconti di Edgar Rice Burroughs, strizzando l’occhio a un po’ tutto quello che è stato il cinema per ragazzi tra la fine degli anni ‘80 e l’inizio dei ‘90. Atmosfere e toni del film diretto da Don Hall però non pescano da quella decade cinematografica, ma sono ben ancorati nel presente, dandogli una forte e spiccata personalità.
“Strange World” racconta la storia della famiglia Clade e di Avalonia, una terra lontana circondata da montagne invalicabili. Durante una spedizione per vedere cosa ci sia dietro quei confini insuperabili, Jager Clade e il figlio Searcher, finiscono per separarsi a causa di quest’ultimo, che scopre una pianta capace di rivoluzionare la vita di Avalonia decidendo di abbandonare la spedizione. Venticinque anni dopo quell’addio si sono perse le tracce di Jager Clade, mentre Searcher ha ormai abbandonato l’avventura in favore dell’agricoltura e della sua famiglia. Un pericolo sta però per colpire Avalonia, costringendo Searcher e la sua famiglia a intraprendere un viaggio che li porterà oltre la loro immaginazione, nel tentativo di salvare la loro terra.
Estremamente attuale “Strange World” mettendo in scena tre generazioni di Clade, ragiona su come la percezione del mondo che li circonda cambi nel tempo. Il nonno Jager Clade era un esploratore accecato dalla sua passione per l’avventura, disposto a perdere ogni tipo di legame per perseguire i suoi obiettivi di gloria. Suo figlio Searcher che non ha mai capito l’ossessione del padre, decide di diventare un agricoltore e perfetto capo famiglia, pur non rendendosi conto di essere tale e quale al padre solo in un tempo e luogo diverso. Si finisce con Ethan Clade, unico figlio di Searcher desideroso di trovare una strada tutta sua e che crede in un futuro in cui la diversità va accettata e non temuta.
Ancora una volta il cinema d’animazione riflette sul rapporto padre/figlio e sui legami famigliari, indispensabili, spesso dati per scontati, ma anche estremamente asfissianti quando limitano la costruzione di una propria personalità. Vecchio e nuovo possono convivere solamente nel rispetto delle loro reciproche differenze. E proprio sul “diverso” si concentra la narrazione di “Strange World”, sulla necessità di aprirsi ad esso per poterlo comprendere, andando verso derive che devono eccitare e non spaventare. Don Hall qui come nel precedente “Raya”, dirige un film per famiglie allo stesso tempo divertente e intelligente, ma che si accontenta della superficie. Ma questo non è sicuramente un limite all’intrattenimento che sa offrire.