Autopsy – Piccolo e sorprendente
Nella cantina di una abitazione dove si è da poco consumato un crimine inspiegabile, la polizia ritrova il cadavere di una giovane donna. Messo sotto pressione dai media lo sceriffo locale porta il corpo nell’obitorio dei Tilden (Brian Cox/Emilie Hirsh) e , qui padre e figlio portano avanti da molti anni una impresa funebre. La bravura della coppia però sta anche nell’essere estremamente precisi nel ricostruire le cause della morte, ma più cose inizieranno a scoprire sul corpo della fanciulla e maggiormente le loro vite saranno in pericolo.
Il cinema quando non ha grossi budget a disposizione deve per forza investire in idee originali, o per lo meno in una messa in scena capace di traghettare al meglio lo sguardo sviandolo da un contorno “povero”. Il regista norvegese André Øvredal al suo primo film americano sfrutta a dovere la sceneggiatura a disposizione costruendo un film che fa della tensione il suo punto di attrazione.
“Autopsy” è di fatto una pellicola che basa la sua riuscita sulla bravura dei due interpreti protagonisti e la capacita della macchina da presa di mescolare continuamente le situazioni e certezze acquisite dallo spettatore. Effetti speciali ridotti al minimo e atmosfera portata all’estremo, questo è “Autopsy” un piccolo film horror capace di spaventare con pochi mezzi e molta inventiva. Una pellicola quasi perfetta se non fosse per un epilogo che scopre un po’ troppo presto le sue carte, ma nonostante questo non viene intaccata la qualità dello spettacolo.