Captain Marvel

“Captain Marvel” racconta la storia di Carol Danvers, un soldato umano dell’esercito Kree. Non ricorda niente del suo passato terrestre nonostante alcuni i suoi sogni riportino a galla alcuni momenti del suo passato. Durante una missione di recupero, verrà catturata da alcuni Skurll, nemici giurati dei Kree, i quali tenteranno di ritrovare alcune informazioni nascoste nella sua memoria. Fuggendo dalla nave aliena Danvers finira sul pianeta terra, dove assieme all’agente Fury continuerà a dare la caccia agli Skrull scoprendo la verità che si nasconde nel suo passato.

“Captain Marvel” è il ventunesimo film del Marvel Cinematic Universe (MCU) ed ha il duplice compito di presentare il personaggio di Carol Danvers, ma allo stesso tempo di preparare gli amati della continuity cinematografica al quarto capitolo dedicato agli Avengers. La pellicola diretta dal duo Anna Boden e Ryan Fleck, convince come prodotto d’intrattenimento a se stante, così come tassello del mosaico più grande che è il MCU.

Va sottolineato come, nonostante l’alta cura produttiva, anche in questa pellicola dei Marvel Studios, le scene d’azione che coinvolgono stunt rimangano ancora una nota dolente. Infatti se lo spettacolo procede sempre spedito e senza intoppi, è impossibile non accorgersi come anche “Captain Marvel” sia afflitto dalla difficoltà nella gestione delle scene d’azione qualora in queste ci sia la necessità di mettere in scena uno scontro a mani nude.

“Captain Marvel” è una personale rivisitazione del cult “48 ore” di Walter Hill, ove troviamo una spavalda Brie Larson e un ringiovanito digitalmente Samuel L. Jackson, alle prese con un film ricco di ironia, azione e una componente fantastica ben contestualizzata nel racconto

Dal canto suo i due registi sono avvantaggiati perchè grazie al respiro sci-fi della pellicola le esigenze sceniche verso momenti d’azione virano verso l’implementazione di dosi massiccie di CGI (fortuantamente non è mai esccessiva da fagocitare la scena come in “Infinity War”).La storia di “Captain Marvel” fa fare un tuffo allo sguardo in quegli anni ’90 in cui ancora non esistevano i DVD, internet viaggiava a 56K, i navigatori satellitari erano nella mente dei loro creatori e al cinema il genere che furoreggiava era il buddy movie poliziesco.

Ed è proprio questo che si rivela essere questo film dei Marvel Studios, un omaggio a quel genere che portò un sacco di spettatori nelle sale in quegli anni, per estinguersi lentamente all’inizio degli anni 2000. “Captain Marvel” infatti mette in scena la “strana coppia” Danvers/Fury costretta a collaborare per raggiungere uno scopo comune.

Quello che i Marvel Studios hanno prodotto non è però una pellicola fondata sulla nostalgia, ma una personale rivisitazione del cult “48 ore” di Walter Hill, ove troviamo una spavalda Brie Larson e un ringiovanito digitalmente Samuel L. Jackson, alle prese con un film ricco di ironia, azione e una componente fantastica ben contestualizzata nel racconto. “Captain Marvel” non è sicuramente scevro da difetti, ma questi ormai sono trascurabili essendo parte integrante del genere di appartenenza (ma che da soli basterebbero per la bocciatura di un qualsiasi altro film).

Tra questi oltre alla “blanda” gestione delle scene d’azione, troviamo una storia che per quanto sia a se stante in alcuni punti si piega al fanservice più becero, molta della potenza evocativa la spreca, o sarebbe meglio dire la mette da parte, per i film successivi in cui il personaggio apparirà. Quindi seppur piacevole e divertente “Captain Marvel” è la pellicola perfetta per passare una serata piacevole al cinema, ma non toglie il gusto di produzione subordinata/dovuta per giustificare quello che accadrà nei prossimi titoli della casa. Piacerà a molti, ma lascerà un senso di vuoto a chi non mastica pane e MCU.

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