La promessa dell’assassino – Un passato tatuato
Una giovane tossicodipendente muore partorendo la propria figlia. L’ostetrica dell’ospedale, Anna (Naomi Watts), ritrova il diario della ragazza e indagando su chi era si spingerà involontariamente a bussare alla porta di un signore della mafia russa, il quale è anche l’artefice della fine prematura della stessa. Comprendendo il pericolo che grava su di lei e la piccola neonata, Anna troverà aiuto nell’insolita figura di Nikolai (Viggo Mortensen), autista e uomo fatica del capofamiglia russo. Il ritorno alla regia di David Cronenberg avviene con un film freddo, avaro di emozioni e purtroppo intriso di un’orrida patina reale disincantata.
Non c’è spazio per un lieto fine, nemmeno un qualsivoglia tipo di redenzione attende i suoi personaggi, anzi dal boss mafioso, all’ostetrica dell’ospedale si rivelano essere tutti degli esseri senza possibilità di espiazione delle proprie colpe. “La promessa dell’assassino” è un film sulle personalità costrette e costruite da ciò che le circonda, parla delle scelte obbligate dalla necessità di sopravvivere o semplicemente per l’abbraccio di un sogno che si speri dienga realtà. Nella Londra del 2007 non c’è spazio per figure deboli, le anime d’ogni essere vengono macchiate per poter effettivamente risaltare nella voracità di una società incurante delle situazioni in cui versano i suoi figli.
In un mondo sempre più globalizzato, i nuovi “poveri” non sono più coloro che non possiedono bene materiali, ma divengono tutti quelli che devono rinunciare alla propria identità e personalità per sopravvivere ai voleri di chi comanda. Cronenberg dirige una pellicola cupa, dalla narrazione inesorabilmente smorzata nelle emozioni, narrata dalla straziante voce fuori campo di una madre morta troppo presto e che non potrà mai godere di un futuro con la propria figlia.
“La Promessa dell’assassino” è quindi un film sulle scelte più o meno forzate che la vita costringe ogni persona, in una società indifferente alla salvaguardia del singolo, il corpo dell’uomo diviene dunque il riflesso di queste, ed il tatuaggio come in “Memento” di Christopher Nolan è il mezzo per ricordarsi chi si è stati. Tra giochi di potere e sogni infranti, l’unica speranza alla quale possono aggrapparsi tutti i personaggi con un’atto di coraggio, risiede in una bambina nata e concepita nell’odio e che per questo si merita la possibilità di ambire ad un sogno d’amore.