Fast X – Serialità esasperata
Inaugurata nel 2001, la saga di “Fast & Furious” raggiunge ora la doppia cifra con “Fast X”. È incredibile la resistenza al tempo che le avventure di Dominic Toretto e della sua famiglia allargata hanno dimostrato nel corso di oltre vent’anni. Nel corso degli anni, la saga si è costantemente trasformata per incontrare i gusti del pubblico: da un thriller d’azione, è diventata una sorta di cinecomic notevole per la sua spettacolarità e per gli eventi improbabili raccontati. Dal primo capitolo che si ispirava a “Point Break”, siamo giunti a “Fast X”, che si ispira ai crossover del Marvel Cinematic Universe in termini di coralità e serialità, introducendo problematiche che in passato la saga aveva abilmente evitato.
In questo decimo capitolo, una minaccia dal passato emerge per vendicarsi di Dominic e della sua famiglia. Questa minaccia ha un nome: Dante, figlio del defunto boss di Rio De Janeiro, Hernan Reyes, ucciso durante una rapina in cui Toretto e la sua squadra si sono appropriati delle sue finanze ottenute tramite traffici illeciti. Dante riesce a mettere Dominic e i suoi alle strette, uccidendo indiscriminatamente chiunque si frapponga tra lui e il suo piano di vendetta. L’obiettivo del folle assassino è semplice: dividere “la famiglia” e sterminarla senza risparmiare nessuno.
Durante la visione di “Fast X”, due elementi emergono fin da subito. Il primo è il cambio di modello narrativo che abbandona la tradizionale serialità della saga per abbracciare quello che ha portato tanto successo ai Marvel Studios con “Avengers: Infinity War“. Il secondo elemento è il cambio di regia, con Louis Leterrier che prende il posto di Justin Lin. Non è la prima volta che c’è un cambio di regia dietro le quinte, come avvenuto nel settimo capitolo diretto da James Wan, ma questa volta la scelta del regista francese, subentrato a causa dell’abbandono di Lin, sembra essere un compromesso.
“Fast X” rimane spettacolare come i capitoli precedenti, con sequenze ad alto impatto visivo, ma allo stesso tempo il ritmo, seppur incalzante, non è sempre impeccabile, e in generale si avverte una ricerca dell’epicità che non viene pienamente raggiunta. Leterrier fa del suo meglio con un progetto complicato, ma purtroppo non riesce a ottenere gli stessi risultati dei precedenti episodi, anche a causa di una sceneggiatura che presenta due noti problemi. “Fast X” è sicuramente un film difficile da gestire dal punto di vista narrativo, con molti personaggi che necessitano di spazio. Infatti, si è deciso di spezzare questa epica conclusione della saga in due pellicole separate.
Questo ha portato all’introduzione di un antagonista di rilievo, e non c’è dubbio che Jason Momoa sia un interprete convincente nel ruolo di “Dante”. Tuttavia, il personaggio risulta fuori contesto rispetto allo stile narrativo di “Fast X”, in quanto sembra una versione esagerata del “Joker” di Nolan. L’altro problema riguarda l’omogeneizzazione della saga, che sembra seguire lo stesso modello narrativo dei film del Marvel Cinematic Universe. È comprensibile che con un cast così vasto, ogni personaggio debba avere il proprio spazio, con Vin Diesel ancora una volta a svolgere il ruolo di collante tra di loro.
Tuttavia, arrivati alla fine di “Fast X”, si ha la sensazione di non aver assistito a una storia completa, ma piuttosto a una vetrina di anteprima per ciò che verrà in futuro. La vera domanda è: siamo davvero interessati alla conclusione di questa storia? Abbandonare l’esagerazione e la leggerezza in favore di un arco narrativo più articolato, seppur limitato in questa saga, non sembra giovare all’esperienza complessiva, che per la prima volta suggerisce una stanchezza nella formula già intravista nel nono capitolo. Certo, il bilancio si fa alla fine, ma non è affatto scontato che si abbia ancora voglia di trascorrere altre due ore e mezza in compagnia di Dominic Toretto e della sua famiglia allargata, date le premesse.