1981: Indagine a New York

1981: Indagine a New York – Classico

“1981: Indagine a New York” è un film che sembra provenire direttamente dal finire degli anni ’70 del cinema americano, per temi e ritmi, ma è anche estremamente moderno nella cura con cui riproduce gli spazi e gli eventi. J.C. Candor dirige un thriller denso, in cui al centro troviamo un uomo costretto allo scontro con una realtà quotidiana che tenterà in ogni modo di sconfiggerlo. “1981: Indagine a New York” ci cala lentamente nella vita di Abel Morales (Oscar Isaac), piccolo industriale che commercia in carburante.

Lui è il classico personaggio che da solo ha costruito il suo sogno americano, arrivando ad avere la propria azienda, una famiglia modello (anche se la moglie è figlia di un boss criminale) che gli vuole bene e dopo tanto impegno speso anche per i suoi dipendenti, finalmente ha tra le mani l’occasione della vita. Abel infatti sta per concludere l’acquisizione di un grosso deposito che gli consentirebbe di far svoltare definitivamente la propria attività, ma succede che proprio nei giorni in cui l’affare deve concludersi, le sue autocisterne vengono derubate, costringendolo a dover da una parte trovare i soldi per portare a termine il suo progetto e allo stesso tempo indagare su chi sta danneggiando la sua attività.

“1981: Indagine a New York” è veramente un thriller drammatico che sembra, come anticipato all’inizio, provenire dalle annate più gloriose del cinema a stelle e strisce. La costruzione dei personaggi e dell’ambiante circostante diviene centrale, così come un ritmo compassato capace però di innalzare la tensione a piacimento ogni qual volta sia necessario. Le stesse scene d’azione (molto poche) non sono quel tripudio frenetico di montaggio frammentato, ma sembrano rifarsi ai classici di Friedkin. Il regista sembra essere sempre interessato, come nel precedente “All is lost” o il successivo “Triple Frontier” a portare lentamente il proprio protagonista all’estremo delle conseguenze derivanti dalle proprie azioni, per ragionare su quale sia la scelta migliore per proseguire il proprio cammino.

Nel fare ciò riesce sempre a costruire una cornice capace di mettere lo spettatore al centro di queste scelte, costringendolo durante i titoli di coda a chiedersi cosa avrebbe fatto al posto del personaggio principale “1981: indagine a New York” per quanto sia esso un buon thriller dall’impronta decisamente drammatica, non riesce comunque a conquistare pienamente lo spettatore, sprecando l’occasione di divenire un piccolo cult, ma rimanendo un buon film da vedere anche più volte, magari anche come ponte per riscoprire un cinema che al di fuori della critica e dei cinefili più attempati sembra stia scivolando lentamente nel limbo dei ricordi.

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