Incarnate – Non potrai nasconderti

Incarnate – Minimo sindacale

Incarnate” è l’ennesima produzione horror della Blumhouse Production, ma questa volta però non completamente riuscita. Il regista Brad Peyton (San Andreas) sembra non essere adatto al genere, a questo va sommata una scenggiatura ad opera di Ronnie Christensen incapace di sfruttare un interessante punto di partenza che sta alla base della storia. “Incarnate” può essere descritto come un incrocio tra “L’esorcista” ed “Inception”,  dove vediamo inscenare la lotta tra uomo e creatura all’interno di una realtà fittizia creata nella mente del posseduto (non un mondo parallelo dall’aspetto inqueitante come quello di “Insidious”).

Per tutta la durata del film, la sceneggiatura non riesce mai a costruire anche solo una minima riflessione sulla percezione del reale, su come la mente possa ingannare lo sguardo e alterare la materia. Un vero peccato perchè il protagonista interpretato degnamente da Aaron Eckhart  poteva e meritava un epilogo meno scontato, invece il film di Peyton procede per accumulo di cliché. “Incarnate” dimostra come uno spunto di partenza interessante possa essere affossato da una messa in scena priva di qualsiasi ambizione.

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