Romanzo Criminale

Romanzo Criminale – Ispirato a fatti reali

La scritta “Ispirato a fatti reali” dona agli autori la possibilità di manipolare gli eventi nelle più disparate maniere, ed è su questo aspetto che si basa “Romanzo Criminale”. Probabilmente il film di Michele Placido tratto dal libro scritto da Giancarlo De Cataldo, se non facesse questa premessa all’inizio non avrebbe senso di esistere. Ma visto che lo spettatore viene avvisato film adattamento dell’omonimo romanzo, inizia senza tanti fronzoli trasportandoci in una notte che cambierà per sempre la vita di quattro ragazzini.

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Una notte che in seguito ad un furto d’auto e l’assalto ad un posto di blocco, cambierà per sempre le loro vite, segnerà l’incrociarsi del loro destino con la violenza e con una eterna sfida tra guardie e ladri. I ragazzini di quella notte sono di colpo cresciuti e con loro le proprie ambizioni, ed ecco che grazie ad un sequestro andato a buon termine solo in parte, decidono di utilizzarne il ricavato monetario per andare alla conquista della criminalità organizzata romana. Il Libanese, il Freddo, il Dandi, (Favino, Rossi Stuart e Santamaria) questi i loro soprannomi, formano una banda criminale potentissima, aprono una gabbia di bestie feroci che sovverte la malavita romana e mette loro alla testa di tutto.

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Sarebbe un vero peccato svelare oltre la trama del film, non perché sia originale, non perché non si possa ricostruire vista la reale esistenza dei protagonisti, ma diverrebbe gravissimo raccontare lo svolgimento del film, dato che la consequenzialità degli eventi, ed il modo in cui questi vengono esposti è il vero punto forte della pellicola di Placido. “Romanzo Criminale” si prodiga di mostrare le vite dei tre capi della banda romana più spietata degli anni ’70, non si ferma qui però. Il film intreccia con un ritmo dilatato i fatti reali con quelli supposti, mischia filmati di repertorio con momenti realizzati per il grande schermo senza per comunicare allo sguardo che l’informazione allora ometteva.

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Nella pellicola di Placido non troviamo ne moralismi, ne schieramenti, ma solo una storia che vuole essere raccontata, riuscendo nell’intento solamente per un motivo, tra l’altro scritto all’inizio di queste righe ossia: “Ispirato a fatti reali”. Un cast che raggruppa i più promettenti attori italiani, un regista che non si è fatto scrupoli di sorta e trasforma quello che poteva essere un polpettone documentaristico, in un film che ricorda il poliziottesco italiano anni ’70 con pregi e difetti di questo genere, uniti ad una storia ben orchestrata e una superba colonna sonora, questi elementi fanno di “Romanzo criminale non solo la produzione italiana più costosa degli ultimi anni, ma anche il film tricolore più ardito e coraggioso degli ultimi anni.

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Si perché mostra a tutti che il cinema italiano può essere veramente adatto a tutti i palati, sia per chi cerca del buon intrattenimento, qui l’impostazione di genere della pellicola risulta quanto mai azzeccata, ma si rivolge anche a coloro alla ricerca di qualcosa che metta in moto il cervello oltre agli occhi. In definitiva il film va lodato per i suoi meriti anche se di difetti ne ha parecchi, tra cui un ritmo lento, anche nei momenti in cui si poteva accelerare la regia tende a non scomporsi più di tanto. Altro enorme difetto l’aver voluto creare una vita privata dei protagonisti un po’ troppo rose e fiori, ma questo permette di aumentare il contrasto con la loro efferatezza divenendo un problema soggettivo. “Romanzo Criminale” va visto senza bende sugli occhi, si lascia fruire da chiunque, regala delle interpretazioni straordinarie, ma soprattutto ci ricorda che in Italia non è andata perduta la voglia di fare un certo tipo di cinema.

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