Un’ottima annata

Un’ottima annata – Le vendemmie dell’animo

Sembra stia divenendo prassi per Ridley Scott alternare grosse produzioni come “Il Gladiatore” o “Le Cociate” a film minuscoli e dalla regia più frizzante come “Il genio della truffa” e questo suo ultimo film “Un’ottima annata”. La cosa che stupisce maggiormente del cineasta inglese una volta visto questa sua nuova pellicola, è la lucidità e duttilità con cui riesce a piegare il mezzo cinematografico ai suoi voleri. Infatti una storia che non regala granché oltre il già visto, nelle mani di Scott diventa un divertito espediente per raccontare da un punto di vista totalmente nuovo il tema ricorrente di ogni suo film, l’uomo.

Un'ottima annata

Il protagonista Max Skinner (Russel Crowe) è un broker di successo, capace i rischiare per ottenere sempre il massimo da tutto ciò che lo circonda, si ritrovata  tra le mani l’eredità dello zio che lo crebbe da bambino, ovvero una villa in Provenza con vigneto compreso. Inizialmente l’uomo d’affari tenterà di vendere tutto, ma successivamente grazie all’obbligo di dover rimanere li un paio di giorni, Max Skinner ritornerà ad essere nuovamente quel bambino innamorato della vita e delle semplici cose qual era sempre stato, ma che aveva dimenticato di essere.

Un'ottima annata

La trama non brilla per originalità, il classico uomo d’affari che una volta riscoperto il suo passato rinuncia a tutto e si tiene l’amore ed una vita migliore anche se meno agiata. Quindi se da un certo punto di vista, quello squisitamente legato al soggetto, questo “Un’ottima annata” non mostra nessuna mercanzia sconosciuta, in realtà lascia basiti per come nelle mani di un’autore quale Scott anche la più banale delle trame possa assurgere a qualcosa di diverso, ma allo stesso tempo conciliare anche il più cieco dei detrattori il quale non esiterà a puntare il dito contro sottolineando, sminuendo, la superfice da commedia romantica vista un migliaio di volte.

Un'ottima annata

Invece sotto la scorza da commedia, realizzata perfettamente grazie ad una calibrazione perfetta dei tempi comici, che tra l’altro ricordano non poco le commedie irriverenti che la Francia ci sta regalando negli ultimi anni, troviamo ancora l’uomo alla ricerca della vita o di dare un senso ad essa, tematica molto cara a Sir Ridley Scott. Ma anche qui il se il risultato rimane lo stesso gli addendi cambiano come sempre, infatti al contrario dei protagonisti “classici” scottiani Max Skinner non è alla ricerca di qualcosa che dia un senso alla sua vita, non cerca la redenzione di Baliano, ne la vendetta di Massimo il gladiatore, Max ha già tutto quello che vorrebbe, donne, soldi ed una posizione lavorativa di rilievo.

Un'ottima annata

Eppure quando arriverà in Provenza dove la vita non si vive attraverso gli schermi di un calcolatore, o nella solitudine di un avveniristico appartamento, riscoprirà una vita che aveva dimenticato, emozioni da tempo congelate. I ricordi dell’infanzia sono gli unici che possiede proprio perché le uniche vere emozioni delle sua vita le ha vissuta quanto era ancora se stesso, non il broker di successo animato dalla società individualistica in cui ha deciso di crescere.

Un'ottima annata

Ad un certo punto Max si chiede se vale la pena avere tutto per poi non poter godere di nulla appieno, un po’ come avere una preziosa opera d’arte ma non possedere il tempo di amirarla. Come fa Ridley Scott a parlare di tutto questo nelle due ore di film è ingiusto tentare di svelarlo, come lo zio di Max aveva dei segreti nella sua cantina questo “Un’ottima annata” cela delle sorprese pronte ad essere apprezzate da chi le saprà comprendere, ed un po’ come un calice di vino riserverà delle sorprese, se siano positive o negative dipenderà solamente dal vostro palato.

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