Tyler Rake

Tyler Rake – Azione stile John Wick

Tratto da un fumetto scritto a sei mani da Anthony e Joe Russo assieme a Ande Parks, “Tyler Rake” (che in originale è intitolato con molta più coerenza “Extraction”) è diretto da Sam Hargrave qui al suo esordio in un lungometraggio dopo una carriera di tutto rispetto come stuntman. Il film racconta del mercenario Tyler Rake, interpretato da Chris Hemsworth evidentemente in cerca di un nuovo personaggio popolare dopo il marvelliano Thor, impegnato nel recupero di un ragazzo rapito e tenuto in ostaggio nel centro di Dhaka, la capitale del Bangladesh. Purtroppo il giovane in questione è il figlio di un famoso narcotrafficante e questo, molto scontatamente, complicherà l’intera operazione visto che il nostro mercenario dovrà vedersela con il signore della droga locale che ha operato il rapimento, ma anche con alcuni giannizzeri mandati dal padre del giovane a ucciderlo una volta conclusa la missione.

Spazialità e ritmo sono i padroni di “Tyler Rake” come sceneggiatura e soggetto sembrano aver abbandonato completamente il film.

Tyler Rake

“Tyler Rake” nelle sue due ore di durata non nasconde minimamente i modelli di riferimento. Iniziato con il primo capitolo di “John Wick”, anche il film diretto da Sam Hargrave, si allinea a quel rinnovamento dell’action americano che guarda agli indiani “The Raid”, abbracciando un cinema d’azione marziale e violento, basato sul corpo degli attori abbandonando caratterizzazioni plastiche. Senza ombra di dubbio questa scelta è un bene per una pellicola come “Tyler Rake”, che se avesse intrapreso una strada più canonica non potrebbe contare su di una così solida riuscita, ma allo stesso tempo durante la visione si percepisce una sensazione di già visto, che non intacca lo spettacolo nella sua globalità, ma ne ridimensiona decisamente la portata. Sam Hargrave nonostante sia al suo primo lungometraggio, convinvce per lucidità nella messa in scena degli scontri. La macchina da presa si è sempre dove lo sguardo la vorrebbe per non infastidire la comprensione della scena. Spazialità e ritmo sono i padroni di “Tyler Rake” come sceneggiatura e soggetto sembrano aver abbandonato completamente il film. Purtroppo la parte dolente dell’intera operazione va ricercata in un racconto senza troppo mordente, poco caratteristico e caratterizzato. Non c’è alcun vero motivo d’interesse nei confronti dei personaggi e nelle dinamiche che li spingono a compiere determinate azioni. Il protagonista è degnamente interpretato da Hemsworth, ma non riesce a diventare icona come il sicario interpretato da Keanu Reeves, o al Rama di “The Raid”.

Tyler Rake

Il film diretto da Sam Hargrave guarda agli indiani “The Raid” abbracciando un cinema d’azione marziale e violento

Tyler Rake

Al netto di questa mancanza di personalità, il regista cerca di dare un tono al film mediantela messa in scena (spiace però vedere che quando si lancia in virtuosismi come il piano seqeunza del ponte, il risultato visivo sia tutt’altro che soddisfacente). “Tyler Rake” di fatto è un film d’azione adrenalinico, capace effettivamente di trasportare in modo più che adeguato lo sguardo tra le strade polverose di Dhaka. Sam Hargrave alla regia restituisce una dinamica eccellente sia negli scontri corpo a corpo che negli inseguimenti. Nel film i pugni non solo vanno a segno, ma fanno pure male, proprio come proiettili o altre armi utilizzate per colpire ogni avversario. Disturba un finale che sembra quasi volersi aprire a un inutile seguito, ma non basta questo e una storia scheletrica per affossare un film che mette le mazzate davanti a ogni cosa, regalando ad un pubblico ben preciso esattamente quello che cerca. Chi non apprezza il genere si abbandonerà ben presto alle braccia della noia.

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2.5
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