Tutti tranne te – Love shuffle
A distanza di dodici anni dal successo di “Amici di letto”, il regista americano Will Gluck torna in pista con “Tutti tranne te”, un rientro trionfale nel territorio della commedia romantica! Sì, avete capito bene, proprio in quel genere che sembrava aver abbandonato il grande schermo per rifugiarsi tranquillamente sul divano di casa nostra, grazie alle piattaforme di streaming. Ma ecco che arriva Will Gluck, come un eroe in un film d’azione, pronto a rianimare questo genere un po’ in crisi di identità!
Ormai sembrava che la commedia romantica fosse in una sorta di coma artificiale, ma Gluck è qui per risvegliarla dal suo letargo. Non vi aspettate un miracolo, non stiamo parlando di un capolavoro instantaneo, ma almeno c’è qualcosa di fresco e vivace che scorre nelle vene di questo film. E tutto questo grazie anche ad un cast ben assortito, che sa come tenere alta l’asticella della qualità, nonostante la concorrenza agguerrita delle produzioni televisive.
“Tutti tranne te” ci racconta la storia travolgente di Ben (interpretato da Glen Powell) e Bea (incarnata da Sydney Sweeney), il cui amore nasce e si spegne in un solo giorno. Ma il destino, con il suo senso dell’umorismo, li fa incontrare di nuovo mesi dopo, quando sono entrambi scelti come testimoni per lo stesso matrimonio. E sì, immaginatevi la tensione! Una volta arrivati al fatidico evento, i due riescono a mettere da parte le divergenze per aiutarsi reciprocamente, ma è chiaro che il destino ha in serbo per loro delle sorprese ben diverse da quelle previste.
Comparato alle precedenti opere del regista, “Tutti tranne te” mostra qualche difficoltà a tenere insieme tutti i pezzi del puzzle, come se volesse abbracciare troppo e rischiare di perdere di vista la sua identità. Ma fortunatamente, ci sono Powell e Sweeney a tirare la carretta, con la loro presenza scenica e quella chimica che ti tiene incollato allo schermo.
La pellicola brilla davvero quando i due sono al centro dell’azione, sia durante quei momenti ispirati a “Molto rumore per nulla”, sia quando si confrontano con i cliché classici della commedia romantica americana. Insomma, “Tutti tranne te” non è perfetto, ma riesce a fare il suo dovere: intrattenere il pubblico con una buona dose di comicità e romanticismo. Non c’è nulla di rivoluzionario qui, ma almeno si alza un po’ il livello rispetto alla mediocrità che il genere sembrava aver abbracciato. Bravo, Gluck, sei riuscito a darci un bel pizzico di divertimento!