The Matrix

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“Rewind è la videoteca ideale, che comprende quei film che non dovrebbero mai mancare in una collezione home video che si rispetti.

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The Matrix

di Larry e Andy Wachowski

La storia in breve…

Thomas Anderson (Keanu Reeves) si sveglia nel cuore della notte davanti al monitor del suo computer. Lui conduce una doppia vita. La prima è come dipendente di una ditta di computer, la seconda come hacker illegale con il nome di Neo. Sullo schermo nero inizia una chat con un tale Morpheus (Laurence Fishburne), un famoso e ricercato criminale informatico. Il fulcro della discussione è la domanda “Cos’è The Matrix?”. In cuor suo Neo cerca da sempre di capire cosa si nasconda dietro questa parola, ma ora Morpheus e la sua compagna Trinity gli offrono l’occasione di scoprire la verità. A frapporsi tra Neo e quest’ultima troviamo l’agente Smith, disposto a superare ogni limite pur di fermarli.

Tu sei l’Eletto, Neo. Vedi, tu hai passato gli ultimi anni a cercare me, ma io… è una vita… una vita intera che cerco te

Il Film

“The Matrix” di Larry & Andy Wachowski (oggi Lana e Lilly), mette in scena un sapiente mix d’azione sci-fi ambientato in un futuro distopico e dalle forti influenze sia orientali che cyberpunk. Chiave di volta per la riuscita dell’intera operazione filmica è il ribaltamento della realtà, dipingendo il quotidiano come uno spettacolo fittizio fatto di regole che possono essere infrante (fisica, velocità, tempo), ed un mondo immaginario che diviene tangibile e mostruoso proprio perché costretto non solo a sottostare a precisi dogmi, ma anche perché distrutto dalle scelte compiute dall’essere umano in passato. In “The Matrix” reale e virtuale si capovolgono e mescolano in un corpo cinema gioca con la percezione dello spettatore (cos’è veramente reale e perché lo è?). Nella prima parte del film, proprio come il protagonista lo sguardo viene travolto da un percorso necessario a disegnare la tavola da gioco su cui si muovono i personaggi. Nel secondo atto, come si fosse alzato un velo che offuscava la vista, vengono ridefinite le traiettorie possibili, spingendo parecchio sulla componente religiosa e fantascientifica del racconto. Nella parte finale invece, tutte le linee tracciate in precedenza porteranno ad un unico punto, dove l’accettazione dello status d’eroe da parte di Neo, coincide con la fascinazione estetica e totalizzante dello sguardo. Niente sarà più come prima, perché ogni regola assimilata, viene spettacolarmente infranta, in un tripudio di stunt e computer grafica. 

“The Matrix” è manifesto di un cinema d’intrattenimento che alla debordanza visiva contrappone un contenuto granitico, composto da critica anche piuttosto feroce al sistema capitalistico, riflessioni sulla predestinazione e sull’importanza della religione negli uomini, o più precisamente la necessità delle persone di cercare qualcosa di impalpabile a cui aggrapparsi (vedasi Morpheus e il suo credo nella profezia dell’eletto). La domanda è duplice e si dipana sull’ossatura delle domande vedere per credere o credere per vedere. I Wachowski sono estremamente abili a stratificare il loro soggetto cucendogli addosso una sceneggiatura che sa cadenzare perfettamente i ritmi, alternando azione e narrazione, facendo però convivere entrambe. I registi americani miscelano all’interno del loro film suggestioni cyberpunk derivanti dai racconti di Gibson o Sterling alle influenze visive di autori orientali come Mamoru Oshi (e il suo anime “Ghost In The Shell” viene più volte citato/depredato non solo sul piano visivo), John Woo o Tsui Hark. Il risultato è uno spettacolo corposo ed esaltante, che si snoda attraverso un equilibrio di elementi di lodevole fattura ed un gruppo di attori perfettamente adatti ai rispettivi ruoli. Scelte estetico/narrative fanno di “The Matrix” un classico istantaneo della fantascienza moderna, nonché una pellicola squisitamente pop incapace di perdere verve anche dopo innumerevoli visioni.

Matrix è un sistema, Neo. E quel sistema è nostro nemico. Ma quando ci sei dentro ti guardi intorno e cosa vedi? Uomini d’affari, insegnanti, avvocati, falegnami… le proiezioni mentali della gente che vogliamo salvare. Ma finché non le avremo salvate, queste persone faranno parte di quel sistema, e questo le rende nostre nemiche.

Appunti: niente è più stato come prima

“The Matrix” esce nel 1999, anno in cui gran parte degli amanti del cinema aspettavano con trepidazione l’inizio della nuova saga di “Guerre Stellari” con quel “Episodio 1 – La minaccia fantasma” che finì per scontentare praticamente tutti, tranne i suoi produttori visti gli incassi globali. Nel 1999 però nessuno si aspettava che un film dal budget modesto, parliamo di 60 milioni di dollari più o meno, a tema sci-fi avrebbe riscritto in un solo colpo la fantascienza cinematografica, ridisegnato le traiettorie visive delle pellicole d’azione, sdoganato in occidente il wuxia, divenendo infine un fenomeno pop capace di influire più di una generazione. Chi non si aspettava tutto questo, salvo poi ritrovarsi con la proverbiale gallina dalle uova d’oro, fu proprio la Warner Bros che assieme alla Village Roadshow Picture e al produttore Joel Silver scommisero sul soggetto dei fratelli, ormai sorelle, Wachowski, che all’epoca avevano all’attivo un solo film. Visto il denaro stanziato non è che non si fossero tutelati, ma va da sé che per il finire degli anni novanta non erano comunque due spicci. Oggi questo tipo di produzioni a medio budget sono completamente sparite, rimpiazzate da grossi kolossal o da piccole pellicole che qual ora dovessero faticare al botteghino si rivelerebbero comunque una perdita maggiormente assimilabile a bilancio.

Ma a quei tempi un po’ di azzardo era ancora consentito e grazie a questo ha visto gli albori il film che più di tutti è divenuto manifesto di una industria finalmente capace di reinventarsi, dopo intere stagioni passate ad osservare il declino degli eroi muscolari prima e dell’uomo ordinario messo in contesto straordinario poi. “The Matrix” ribaltava praticamente ogni cosa. La realtà del film è un mondo post apocalittico in cui la lotta tra uomini e macchine ha portato alle più impensabili conclusioni a favore delle seconde. Mentre il mondo illusorio della matrice è del tutto simile al nostro, ma in quanto realtà di finzione regole come la fisica possono essere infrante. Figure come quelle del nerd diventano in un solo colpo dannatamente cool e l’eroe “classico” non è più sufficiente, ed ecco che in Neo i Wachowski fanno confluire tutte le caratteristiche del supereroe moderno. Ma i due registi con “The Matrix” portano nuovamente l’effetto speciale al servizio del racconto e non il contrario e allo stesso tempo, pescando a piene mani dal cinema di Hong Kong e gli anime giapponesi, creano un nuovo linguaggio delle scene d’azione, la cui punta di diamante è la creazione della tecnologia “bullet time”, con la quale diviene possibile portare sullo schermo alcune sequenze che a tutti gli effetti hanno segnato l’immaginario collettivo. Chi scrive ricorda ancora quella Domenica sera in cui vide per la prima volta il film al cinema e soprattutto, come una volta a luci accese, nella sala si coniò l’aggettivo “matrixiano”, a conferma ancora una volta, come se potessero esserci dubbi a visione ultimata, che dopo quelle due ore tutto era ormai cambiato per sempre.

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