The Matrix Reloaded

The Matrix Reloaded – Dimesnioni espanse

Secondo capitolo del fortunato “The Matrix” questo seguito aggiunge al titolo originale il sostantivo “Reloaded”, tradotto ricaricare, ed è proprio quello che porta sullo schermo. Unica via per allacciarsi a un racconto autoconclusivo come il precedente, è rivederne la mitologia, ricaricare il sistema, ed è proprio quello che i fratelli Wachowski decidono di fare. “The Matrix Reloaded” di fatto prende i personaggi del primo capitolo, le regole basilari del mondo cinematografico creato fino ad allora ed iniziano un’operazione di distruzione e ricostruzione. La posta in gioco si alza, non è più una semplice lotta uomo/macchina, in questo seguito viene messa in discussione la necessità di credere in un futuro che per esistere deve andare oltre il conflitto (abbattere le diversità).

The Matrix Reloaded

La storia incomincia con il ritrovamento da parte di Morpheus (Laurence Fishburne), dell’ultimo messaggio della Osiris, nave da ricognizione che mette in guardia il nostro ed altri capitani riguardo un imminente attacco delle macchini ai danni di Zion, ultima città umana e sede della resistenza. Allo stesso tempo, Neo (Keanu Reeves) inizierà a chiedersi quale sia veramente il suo ruolo di “eletto”, costantemente costretto a infondere speranza nelle persone, tra cui la stessa Trinity (Carrie-Anne Moss) con cui ormai condivide una relazione. Arriverà nuovamente l’oracolo (Gloria Foster) a mettere in moto il motore degli eventi all’interno di Matrix, suggerendo che l’unico modo per bloccare le macchine sia parlare con “l’Architetto” (Helmut Bakaitis), programma senziente all’interno del sistema.

The Matrix Reloaded

Per raggiungerlo è necessario liberare il “Mastro di Chiavi”( Randall Duk Kim), tenuto in ostaggio da uno dei più temibili abitanti del sistema il “Merovingio” (Lambert Wilson). Oltre a quest’ultimo a frapporsi tra Neo e il suo obbiettivo, arriverà anche l’agente Smith (Hugo Weaving), che dopo essere stato sconfitto è rinato con la capacità di duplicarsi, rendendolo più temibile che mai. Il rischio a cui si sottopongono i Wachowski nello scrivere e dirigere questo seguito è elevatissimo. Da una parte c’è l’esigenza di aprire una nuova storia legata a quel mondo distopico, tanto affascinante quanto complesso, dall’altra non manca la necessità di stupire nuovamente come fatto in precedenza.

The Matrix Reloaded

I due registi quindi compiono la scelta più ardita e rischiosa che si sia mai vista in un blockbuster, aumentano le dimensioni dilatandone i tempi, decostruendo il concetto stesso di cinema d’intrattenimento. In quasi tutta la prima parte della pellicola, “The Matrix Reloaded”, prende tempo, nonostante alcuni momenti d’azione relegati ai primi minuti, questo seguito la nega in favore della parola. Perché al contrario del primo capitolo, la centralità della storia è proprio il tempo, che non basta mai ai protagonisti e che il film fa di tutto per sottrarre loro, come pure contemporaneamente mina le aspettative dello sguardo.

The Matrix Reloaded

La missione dei Wachowski sembra quella di appesantire lo spettatore che chiedeva un aggancio diretto al precedente, perché a loro non interessa più focalizzarsi sul personaggio dell’eroe, ma raccontare un’epica cyberpunk di più ampio respiro. Ed eccoli lì a mettere ogni tassello al posto giusto, esagerando con gli effetti speciali che in alcuni momenti perdono la patina di fotorealismo, spingendo sui riferimenti religiosi e filosofici, tentando di spiegare cosa ci sia veramente nella matrice oltre agli esseri umani, per poi dalla fine del primo tempo, rovesciare questo mosaico con una forsennata corsa dei protagonisti per la salvezza di Zion, quindi dell’umanità intera.

The Matrix Reloaded

“The Matrix Reloaded” non è un film veramente riuscito in ogni sua parte, complice un primo tempo reso ancor più ostico se lo si affronta senza la collaterale visione degli “Animatrix” (un serie di cortometraggi d’animazione realizzati per introdurre i due seguiti), ma fa da apripista ad alcune scelte narrativo-stilistiche che oggi sono praticamente inserite nel DNA di ogni blockbuster (si pensi alla crossmedialità che lega il film al videogioco “Enter The Matrix” e per l’appunto gli “Animatrix”). Il tempo non ne ha alleggerito i difetti, ma sicuramente ingrossato i pregi e forse ora più che mai è un film da rivedere e rivalutare, perché molto più attuale di quando non lo fosse nel 2003.

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