The Lodgers – Orrore d’atmosfera
Rachel (Charlotte Vega) ed Edwards (Bill Milner) sono fratello e sorella, gemelli che vivono in una villa decadente lasciatagli in eredità dai genitori. L’abitazione si tramanda di generazione in generazione e al suo interno c’è molto più di quello che si riesce a vedere con i propri occhi. Gli spiriti degli antenati dei due ragazzi vivono tra quelle mura costringendo i due ad una vita isolata. Rachel però non vuole fare la fine dei suoi genitori e dopo essersi innamorata di Sean (Eugene Simon), un reduce di guerra, farà di tutto per fuggire dalla villa. Ma il passato farà di tutto per ostacolarla.
“The Lodgers” di Brian O’Malley riporta il genere horror alla sua dimensione gotica (anche se qualche anno prima ci aveva pensato un tanto criticato “Crimson Peak“), alla necessità di abbandonare lo spavento facile per favorire la lenta costruzione della tensione. Il film è tutto costruito sulle attese e su come illuderle. All’inizio vengono descritte tre regole basilari per sopravvivere all’interno della magione, da quel momento in poi attorno a questi tre cardini fissi, la storia giocherà a dilatarsi per spostare più avanti possibile il momento in cui queste verranno infrante, scatenando così l’ira degli ospiti sovrannaturali che si trovano nella villa.
Il regista irlandese con “The Lodgers” ci trasporta ancora una volta all’interno di un edificio già logoro, dove è chiaro che qualcosa di tutt’altro che rispettabile sia accaduto, eppure proprio per questo capace di sollecitare l’interesse dello sguardo.
Il regista irlandese con “The Lodgers” ci trasporta ancora una volta all’interno di un edificio già logoro, dove è chiaro che qualcosa di tutt’altro che rispettabile sia accaduto, eppure proprio per questo capace di sollecitare l’interesse dello sguardo. Ancora una volta un edificio custodisce i peccati di un passato che vuole sopravvivere attraverso il ricordo, per quanto doloroso esso sia. Ancora una volta la redenzione passerà attraverso il sacrificio di qualcosa di puro, un corpo, un’emozione. La macchina da presa si muove attraverso questi ampi spazi rendendoli asfissianti, senza mai però riuscire a descriverne le ansie e i dolori che li abitano.
“The Lodgers” seppur di breve durata smaschera troppo presto la sua voglia di ribaltare l’espediente classico dietro allo spavento, mancando però di trovare una nuova via per ottenerlo. Il film che inizialmente è un interessato gioco/confronto sul doppio speculare (la scelta dei gemelli non è casuale), finisce presto per disinteressare annullando la tensione creata nella prima mezzora e sostituendola con la noia. Non bastano alcune soluzioni visive interessanti e un finale, seppur scontato, almeno in parte riuscito per sollevare la pellicola a livello di sufficienza.