The King’s Man: Le Origini

The King’s Man: Le Origini - Matthew Vaughn

The King’s Man: Le Origini – La formula Vaughn funziona

Terzo capitolo della saga dedicata alle spie britanniche partorite da Mark Millar, “The King’s Man – Le Origini” è anche il primo che abbandona il fumetto di partenza per cercare la propria strada sul grande schermo. Il progetto di espandere il mondo di “Secret Service” passa nelle mani di Matthew Vaughn regista delle precedenti pellicole, nonché co-autore del racconto originale. Per l’occasione il cineasta inglese decide di tornare indietro nel tempo, cambiare di molto i toni e in parte il registro narrativo, per raccontare com’è nata l’agenzia d’intelligence britannica più famosa e sopra le righe di sempre. L’impresa non é semplice, ma Vaughn non si scoraggia e accetta la sfida, dando vita ad un film che rischia nel voler cambiare le traiettorie narrative, ma che in fin dei conti, nonostante in alcuni momenti perda di coesione, riesce a intrattenere e divertire rivoluzionando la formula che ha portato al successo globale le pellicole precedenti.

King's Man

La storia inizia in Africa, dove un nobile inglese, Orlando Oxford (Ralph Fiennes) che assieme alla moglie collabora con la Croce Rossa, si ritrova nel bel mezzo di un assalto a un campo di concentramento inglese. Durante l’attacco la donna verrà uccisa di fronte ai suoi occhi e anche quelli del giovanissimo figlio. Anni dopo quando il ragazzo sarà abile per andare a combattere al fronte, il padre farà di tutto per dissuaderlo proponendogli anche di entrare a far parte di una segreta compagnia d’intelligence fondata da egli stesso. Alcuni eventi però cambieranno repentinamente il corso della storia, trasformando la sete di giustizia del nobile Oxford, in vendetta contro la figura che sta tirando i fili di un conflitto, la prima guerra mondiale, che sembra non giungere mai ad una fine.

King's Man

“The King’s Man: Le Origini” miscela realtà storica e finzione cinematografica, questa scelta narrativa permette a Matthew Vaughn di staccarsi da quando fatto in precedenza, dando vita ad un film dai toni e tempi inediti per la saga. Fin dall’inizio il cambio di toni e registro narrativo è netto, sottolineando come la mente dietro al progetto sia cambiata e con essa anche il climax generale del racconto. Abbandonati quegli incipit ricchi d’azione che tanto aveano convinto ne “Secret Service” e il successivo “Il Cerchio d’oro”, “The King’s Man: Le Origini”“The King’s Man: Le Origini” si apre con una sequenza più “rilassata”. Vaughn si prende il tempo necessario per presentare i nuovi personaggi, il contesto dove questi si muovono e le motivazioni che li spingono a compiere determinate azioni. Nella pellicola del cineasta inglese, vivono almeno altri tre film. Il primo è il classico racconto di formazione (questa volta però padre/figlio), che tanto aveva funzionato nel primo capitolo. Il secondo è una spy-story che ricordano i bond dell’epoca Young/Connery, mentre il terzo, un film bellico che si rifà a “1917” di Sam Mendes al punto da sembrare quasi un omaggio.

King's Man

Il vero potere non lo trovi andando in guerra, il vero potere sta nel capire chi è veramente il tuo avversario…e come può essere sconfitto.

King's Man

Queste tre anime purtroppo funzionano a ritmi alterni. Se da un lato la scrittura è perfetta nel costruire e descrivere situazioni e personaggi, la regia a volte risulta indecisa sulla strada da prendere. Vaughn però ogni volta che il film inizia a cedere inserisce uno scontro con qualche esuberante villain è salva la situazione. Ma rimane fuori discussione che la parte centrale in cui porta porta sullo schermo le trincee della prima guerra mondiale è quella che fatica maggiormente a uniformarsi ai toni decisamente più leggeri del resto del film. Nonostante “The King’s Man: Le Origini” perda quella carica irriverente e critica alla società contemporanea dei primi due capitoli, propone un intreccio narrativo funzionale e divertente, delle scene d’azione in gran parte riuscite, un gruppo di villain a loro modo come sempre “indimenticabili”, per un terzo capitolo divertente, appassionante su cui Ralph Fiennes spicca su un cast di nomi illustri. Ora non rimane che attendere una nuova missione.

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“The King’s Man: Le Origini” perde quella carica irriverente e critica alla società contemporanea dei primi due capitoli, propone un intreccio funzionale e delle scene d'azione in gran parte riuscite, per un terzo capitolo che svecchia in qualche modo la formula.
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