The Great Wall

The Great Wall – Una muraglia d’argilla

Durante la visione di “The Great Wall” una domanda si è generata spontaneamente nella mente: com’è possibile che il film sia opera di Zhang Yimou? Questo enorme baraccone fantasy, vede oriente e occidente uniti a livello produttivo, ed il risultato è un film enorme e banale, un gigante d’argilla che assomiglia a una serie di cut scene prese da un videogioco, più che ad un’opera cinematografica. Certo c’è un buon casto (a tratti mal sfruttato), un’ambientazione affascinante, una buona dose d’avventura, ma tutto rimane superficiale. È davvero questo che si merita il pubblico, un film sbrigativo e del tutto trascurabile? Evidentemente la risposta deve essere affermativa, viste le dimensioni di questo kolossal.

The Great Wall

William e Pedro (Matt Damon, Pedro Pascal), sono due ladri arrivati dall’Europa in Cina con l’intento di venire in possesso della polvere da sparo per venderla al miglior offerente. Dopo che parte dei loro compagni vengono uccisi da una strana creatura a cui William riesce a strappare un arto, i due finiscono prigionieri dell’esercito cinese presso la grande muraglia. Qui scopriranno che la zampa e di un “Taotie”, bestie che ogni sessant’anni attaccano l’umanità con l’intendo di distruggerla. La grande muraglia e l’esercito sono la linea difensiva che ha come compito di bloccare i “Taotie”. William e Pedro molto presto dovranno decidere se schierarsi con i soldati o fuggire rubando quello per cui erano arrivati.

The Great Wall

“The Great Wall” è un kolossal d’avventura sicuramente riuscito, questo per fugare spazio da ogni dubbio. La commistione oriente/occidente funziona meglio nella pratica che in linea teorica, questo grazie a un cast che crede nel progetto, ma anche all’abilità del regista di “Hero” di tenere ben salde le redini di una così grande produzione. La commistione di talenti tecnici e artistici dona al film un affascinante impianto visivo che riesce, non sempre però, ad amalgamare il wuxia cinese all’action americano, senza dimenticare di soffiare sul vento dell’epicità durante gli scontri visivamente più imponenti (aiutato anche dalla colonna sonora di Ramin Djwadi). I giusti ingredienti non mancano.

The Great Wall

Ma a deludere in “The Great Wall” troviamo un quadro che per quanto evocativo, troppe volte si ritrova a dover scendere a compromessi con l’esubero di computer grafica, che per scelte fotografiche mal si amalgama con gli interpreti, restituendo allo sguardo una sensazione di artefatto. A gravare maggiormente però è una sceneggiatura che azzera la distanza tra racconto cinematografico e videogioco. I tempi del racconto soprattutto sembrano provenire dal media ludico, infatti “The Great Wall” si mostra sullo schermo in una continua alternanza di sequenza d’azione, a cui segue un momento di calma dove si cerca di dare spessore e credibilità al tutto.

The Great Wall

Spiace che questa alternanza sul medio temine mostri sin da subito i propri limiti, mentre nel lungo fa perdere ogni tipo d’interesse. I personaggi pur avendo le proprie motivazioni nel fare quello che devono tendono a essere piatti o stereotipati (un esempio su tutti è la mcchietta data in pasto a Willem Dafoe), il protagonista compie il classico arco narrativo dell’eroe, ma in un modo così schematico e banale, che anche uno a digiuno del genere riesce a immaginare di volta in volta quello che accadrà. “The Great Wall” è un esperimento più interessane che riuscito, capace comunque d’intrattenere a patto di non avere grosse pretese o aspettative.

Dove Vedere The Great Wall
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