The Flash

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The Flash: un cinecomic imperfetto, ma con cuore

Quando The Flash di Andy Muschietti fece la sua non tanto trionfale uscita nelle sale, decisi di saltarlo a pie’ pari. Non perchĂ© fossi caduto nella cosiddetta “sindrome da disaffezionamento da cinecomics”, ma perchĂ© i film DC avevano un climax generale e una caratterizzazione dei personaggi che non ho mai digerito appieno. Se a questo aggiungiamo che avevo giĂ  perso piĂą di tre ore della mia vita appresso a quella monnezza di Zack Snyder’s Justice League, la mia voglia di continuare a vedere storie di cui non sentivo la minima esigenza si era definitivamente esaurita.

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Però, l’altra sera non avevo nulla di meglio da guardare in TV e ho acceso Netflix, che per me è il servizio perfetto quando cerchi qualcosa per tappare un buco di tempo. Insomma, Netflix = vaccate, soprattutto quando si parla delle sue produzioni, che nove volte su dieci sfiorano la decenza. Ed ecco che, all’apertura, sulla schermata principale campeggiava The Flash di Muschietti. A quel punto mi sono detto: vaccata per vaccata, vediamone una che potrebbe anche piacermi.

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Alla fine, ammetto di essermi divertito, cosa non facile considerando che il tanto incensato Deadpool & Wolverine mi ha fatto addormentare da quanto fosse noioso. Giusto per mettervi sulla mia stessa lunghezza d’onda: The Eternals, pur con tutti i suoi limiti, non mi aveva annoiato, mentre l’ultima fatica di Reynolds & Co. ci è riuscita alla grande.

La trama: un viaggio nel tempo con conseguenze impreviste

Parliamo del film. The Flash racconta il trauma mai davvero superato della morte della madre da parte del giovane Barry Allen/Flash (Ezra Miller). Dopo anni di studi in criminologia per cercare di scagionare il padre dall’accusa di omicidio, Barry decide di usare i suoi poteri speciali per tornare indietro nel tempo e cambiare il corso degli eventi. Purtroppo, modificare il passato ha ripercussioni molto piĂą grandi di quanto avesse immaginato. Con l’aiuto di una versione piĂą giovane di se stesso, tenterĂ  di rimettere le cose a posto, ma dovrĂ  fare i conti con una terribile veritĂ : alcune cose non possono essere cambiate.

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Pregi e difetti: un equilibrio precario

C’è un momento in The Flash in cui un personaggio usa un piatto di spaghetti al pomodoro per spiegare il concetto di multiverso, il motore scatenante di tutti gli eventi del film. La spiegazione è semplicissima, di fatto è un mappazzone dove ogni cosa è lecita. Ed è proprio su questa iperbole improbabile, che non ha bisogno di giustificazioni, che Muschietti spinge al massimo l’acceleratore. Ecco quindi che possiamo moltiplicare l’eroe, cambiare i comprimari, sovvertire le regole e riscrivere gli eventi tanto cari agli amanti della continuitĂ  narrativa, in favore di uno spettacolo finalmente funzionale che cerca in piĂą momenti un’epica che, però, non raggiunge mai. Poco male, meglio del sano divertimento che quell’esasperazione del superumano dei film precedenti (Aquaman a parte).

The Flash non è esente da problemi di coerenza, ma, in virtĂą del caos dichiarato all’interno della storia stessa, si finisce per perdonarli. Ci sono colpi di scena evitabili, ammiccamenti agli eroi DC del passato che si potevano tranquillamente risparmiare, e strizzatine d’occhio ai fan piĂą hardcore, come la visione di una versione di Superman che avrebbe potuto esistere ma mai ci sarĂ . Insomma, un sacco di memorabilia che finisce per appesantire il film e, peggio ancora, per distogliere l’attenzione dal vero fulcro narrativo: la storia di un ragazzo disposto a rinunciare a tutto pur di riavere sua madre e vivere una vita diversa.

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Delle oltre due ore di durata, almeno trenta minuti potevano essere tagliati, specialmente nella sequenza d’azione iniziale, troppo lunga e influenzata dallo stile dei precedenti film DC, con un abuso di rallenty e un’estetica da action figure portata all’estremo. Devo ammettere, però, che forse è pure meglio così. Quando The Flash smette di voler far parte di un universo espanso e si concentra sui suoi personaggi, funziona e riesce a renderli finalmente interessanti.

Al cinema è stato un mezzo disastro a livello d’incassi, ma il pubblico è particolarmente strano quando si tratta di cinecomics: riesce a premiare film senza dignitĂ  come Aquaman di Wan e poi snobbare completamente un titolo imperfetto ma pieno di cuore come The Flash. La pellicola di Muschietti, pur con i suoi problemi, è migliore di quanto si possa pensare e, almeno in home video, non fa rimpiangere il tempo passato in sua compagnia.

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CONCLUSIONI
Quando The Flash smette di voler far parte di un universo espanso e si concentra sui suoi personaggi, funziona e riesce a renderli finalmente interessanti.
2.5
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