The Fast and the Furious

The Fast and the Furious – Loas Angeles Graffiti

Fast & Furious - Saga

Le corse di auto clandestine a Los Angeles sono direttamente collegate ad una serie di furti ai danni di casuali camionisti. Almeno questo è quello che pensano polizia ed F.B.I., che incaricano l’agente Brian O’Conner (Paul Walker) di infiltrarsi nel giro delle gare clandestibe per scoprire quale pilota si nasconda dietro i furti, prima che i camionisti inizino a farsi giustizia da soli. Ben presto O’Conner finirà tra le grazie di Dominic Toretto (Vin Diesel), il pilota più stimato dell’ambiente, nonché primo sospettato dei furti da parte delle forze dell’ordine. Brian dovrà scegliere tra la sua vita da poliziotto o quella di pilota alla corte di Toretto e non sarà per nulla semplice.

Poliziesco di stampo classico, “The Fast and the Furious” si rifà al canovaccio dello splendido “Point Break” di Kathryn Bigelow, declinandolo nel mondo delle corse clandestine e del tuning estremo. Il film diretto da Rob Cohen reduce dal buon successo di “Daylight” e “Dragonheart”, porta sullo schermo un tripudio di velocità e azione condite da un impianto visivo meno patinato del previsto, ma rozzo al punto giusto per rendere al meglio il climax che si respira tra gli street races di Los Angeles. In “The Fast and the Furious” non c’è alcun ragionamento attorno all’immagine o al corpo filmico, rivelandosi subito uno spettacolo di maniera confezionato su stilemi classici del genere, messo a punto per intrattenere un pubblico estremamente ampio.

Se il classico della Bigelow rifletteva comunque sul desiderio di libertà e sul susseguirsi di una classe politica e sociale che lentamente minava la stessa (non è un caso che in “Point Break” i rapinatori indossassero le maschere di ex presidenti degli Stati Uniti d’America), il film diretto da Cohen si limita a divertire e esaltare l’oggetto del desiderio indotto: le automobili. Questa scelta funziona nella globalità dello spettacolo, ma paga dazio in tutti quei momenti in cui l’azione viene meno (molto pochi per fortuna) e la sceneggiatura tenta di dare spessore ai personaggi, facendoli risultare molto più bidimensionali di quanto meriterebbero.

“The Fast and the Furious”, seppur con un forte senso di già visto, riesce comunque a intrattenere e divertire per tutta la sua durata, grazie a delle corse ben coreografate (anche se ogni tanto abusa della computer grafica), degli interpreti azzeccati per i ruoli che devono interpretare e una colonna sonora che viene letteralmente sparata addosso allo spettatore. Rob Cohen dirige quello che probabilmente è il film migliore della sua carriera e nonostante una durata che pesa soprattutto nella parte centrale, mette insieme uno spettacolo decisamente riuscito.

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