The Bourne Ultimatum

The Bourne Ultimatum – Fissare il presente

In “The Bourne Ultimatum”, terza avventura di Jason Bourne (Matt Damon), non c’è più tempo per guardarsi indietro e riflettere sulla strada percorsa. La saga tratta dai romanzi di Ludlum che vede le gesta di un agente della CIA è probabilmente la spy story più riuscita degli ultimi anni. Il segreto va ricercato in due fattori fondamentali, il primo sta nell’aver trovato due registi perfetti per i vari episodi, il secondo e forse addirittura più importante, risiede nell’aver avuto lo stesso sceneggiatore dietro a tutti gli episodi, questo è stato determinante per la compattezza della storia e per la crescita uniforme della stessa.

The Bourne Ultimatum

L’agente smemorato in cerca della propri identità riparte proprio dove l’avevamo lasciato, a Mosca, ed ha tutte le intenzioni per recuperare il suo passato e vendicare il suo amore Marie. Ecco quindi che il nostro sguardo lo segue ancora una volta tra città europee fino ad arrivare nel luogo dove tutto ebbe inizio, ove la verità gli sarà finalmente svelata. Dopo il secondo frenetico capitolo “The Bourne Supremacy” Paul Greengrass torna dietro la macchina da presa, riuscendo a portare a termine questa spy story in salsa moderna iniziata nel 2002 da Doug Liman con “The Bourne Identity”, facendolo nel migliore e più spettacolari dei modi.

The Bourne Ultimatum

Il regista inglese non perde molto tempo in chiacchere, anzi continua fin da subito con lo stesso ritmo del precedente capitolo da lui diretto, che diviene necessario per la fruizione di questo “The Bourne Ultimatum”, in quanto questo ne è il proseguo diretto. In questa pellicola non c’è più tempo per le ipotesi di un passato, o per la ricostruzione dei ricordi; qui troviamo un Jason Bourne ancora infuriato ed in cerca di verità e vendetta. La macchina da presa (a mano per la quasi totalità della pellicola) è velocissima e frenetica, concentrata sul presente ed osserva tutti i personaggi con un attaccamento tale da farne persino percepire l’odore.

The Bourne Ultimatum

Greengrass sfrutta la sua bravura per creare un ritmo costante in cui tutte le pedine della storia non hanno tempo per riflettere, ma devono agire d’istinto. Non un’attimo per tirare il fiato, dato che l’avventura non può e non deve essere fermata nemmeno per un solo istante, ne pagherebbe il dazio il crollo della tensione accumulata con il proseguo della storia, che verrà sciolta con un nodo alla gola nell’incredibile epilogo finale. Questo “The Bourne Ultimatum” corre davanti allo sguardo ad una velocità incredibile, tanto che non rincorre l’occhio ma inverte le parti, difficilmente ci si poteva aspettare un tale spettacolo di adrenalina visiva, ma venire smentiti non è mai stato così bello come questa volta.

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3.5
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