“Red Notice” è un film funzionale allo scopo d’intrattenere una vasta platea di pubblico, dando vita al primo blockbuster Netflix convincente
Il mondo ormai è a conoscenza dei titani e dell’agenzia governativa Monarch istituita per controllarli a seguito di quando accaduto a San Francisco. La lotta che vide il mostro Godzilla contro i M.U.T.O., ha distriutto la città e sterminato milioni di vite umane, tra le quali il figlio della paleobiologa Emma Russel. Questa che lavora per la Monarch e vive assieme alla figlia lontana dal marito, si unisce a un gruppo di ecoterroristi il cui piano è liberare tutti i titani, così da distruggere gran parte del mondo conosciuto e salvare l’ambiente dal collasso a cui l’essere umano sembra averlo destinato. Toccherà nuovamente a Godzilla combattere per la supremazia e il comando sui titani, scontrandosi direttamente con il “mostro zero”: Ghidorah.
Questo secondo capitolo oltre ad essere, assieme agli ultimi capitoli di “Transformers”, uno dei peggiori film d’intrattenimento degli ultimi dieci anni almeno, apre una ulteriore riflessione sulla crisi che si sta abbattendo sui blockbuster americani non tratti dai fumetti.
Il secondo capito della nuova trilogia che inaugurata qualche anno fa da “Jurassic World”, perde alle regia Colin Trevorrow (che scrive e produce questo nuovo episodio), per accogliere Juan Antonio Bayona.
“Skyscraper” di Rawson Marshall Thurber (“Dodgeball”), più che una versione steroidea del primo indimenticabile “Die Hard” di John McTiernan, assomiglia a una operazione antologica del genere rivolta ad un pubblico orientale