La fiera delle illusioni – Del Toro convince ma non emoziona “La fiera delle illusioni – Nightmare Alley” (da qui...
Eternals – Gigante coi piedi d’argilla Gli eterni sono un gruppo di immortali mandati sulla terra dal celestiale Arishem per...
“The King’s Man: Le Origini” perde quella carica irriverente e critica alla società contemporanea dei primi due capitoli, propone un intreccio funzionale e delle scene d'azione in gran parte riuscite, per un terzo capitolo che svecchia in qualche modo la formula.
Fruito per come è stato pensato, come costola della serie televisiva, "The Witcher: Nightmare of the Wolf" assume più compattezza e compiutezza, per tutti coloro che non hanno visto la serie tv rimane una visione blanda e trascurabile.
In "Don't Look Up" le risate, per lo più amare, non mancano, la satira, presente ma meno tagliente dei suoi lavori precedenti, fanno di questa ultima fatica un film sulla deriva della società attuale, così in movimento eppure tanto statica
“Demonic” non convince, ma incuriosisce. Difficile consigliarlo agli amanti del genere, come agli spettatori occasionali, ma chi segue la carriera del cineasta sudafricano dovrebbe comunque concedersi la visione, che sarà sicuramente più interessante che piacevole.
"Matrix Resurrections" è una corsa contro l’immaginario collettivo creatosi attorno alla trilogia della matrice, ma anche un abbraccio sentito a tutti coloro che nel corso degli anni non hanno mai smesso di guardare oltre la mera superficie produttiva di un falso mito contemporaneo.
Era ora! È proprio il caso di urlarlo visto che dopo due film abbastanza deludenti, con “Spider-Man: No Way Home” ritroviamo finalmente il supereroe che il pubblico merita di vedere sul grande schermo.
Diabolik – Inizio incoraggiante “Diabolik” dei Manetti Bros, come il recente “Freaks Out” di Gabriele Mainetti, riprendono entrambi una necessità...
"No Time to Die" riflette sugli stereotipi che da sempre accompagnano la spia britannica e lentamente inizia a distruggerli.
Con "Cry Macho" Eastwood riesce nuovamente a sottolineare la bellezza di un cinema scevro da effetti speciali ed espedienti narrativi pianificati dall’ufficio marketing piuttosto che dal team creativo.
"Shang-Chi e la leggenda dei dieci anelli" è sicuramente godibile, ma mette a nudo la stanchezza di una formula che nella sua canonica ciclicità vede il suo maggior nemico.