Steve Jobs

Steve Jobs – L’uomo caduto sulla terra

Steve Jobs per lo sceneggiatore Aaron Sorkin è l’incarnazione di Thomas Jerome Newton, il vero “uomo caduto sulla terra” che grazie alle sue idee ha cambiato lo stile di vita delle persone, ma il fondatore della Apple non arriva da un altro pianeta ma dalla California. Al contrario dell’alieno interpretato da David Bowie nel film di Roeg, la vita di Jobs è sicuramente stata gran parte vissuta sotto i riflettori di un palcoscenico (l’importanza di un pubblico non è mai stata secondaria), ed infatti la pellicola diretta da Danny Boyle racconta, in tre atti fondamentali, gli eventi che hanno trasformato l’uomo in mito.

– Diario di un Cinefilo Pigro

La figura che da sola è arrivata a rappresentare il gotha tecnologico dell’informatica non può adattarsi al corpo cinema biografico di stampo classico, ed infatti la coppia Sorkin/Boyle decidono di raccontare i momenti che hanno preceduto le più importanti rivoluzioni attuate da Jobs (unico spazio in cui realtà e finzione possono ancora una volta incrociarsi). Nonostante la notorietà il deus ex machina di Apple rimane una figura emblematica e sfuggente, un uomo che ha una diversa percezione della realtà, che la può distorcere a piacimento, solamente così, con un punto di vista altro è possibile reinterpretare i sogni.

– Diario di un Cinefilo Pigro

Sorkin scrive un film dall’anima teatrale e Boyle dona ritmo al tutto, regalando alla pellicola un magnetismo che obbliga lo sguardo all’interesse costante. Non c’è però presa di posizione alcuna nei confronti del personaggio, ma anzi quasi un timore reverenziale a voler dare allo stesso una interpretazione maggiormente personale, come lo stesso Sorkin fece nei confronti di Mark Zuckerberg in “The Social Network”, probabilmente non sarebbe comunque stato semplice dipingere la figura del fondatore di Apple in modo diverso, in quanto la sua vita è spettacolo stesso in cui il privato sembra non poter coesistere con il pubblico.

– Diario di un Cinefilo Pigro

La sensazione durante la visione seppur resa eccitante grazie a degli interpreti che si abbandonano completamente alle derive dei personaggi (Kate Winslet svetta su tutti), è quella di una pellicola riuscita in ogni sua parte, esente da sbavature e mai banale nel suo svolgimento, ma allo stesso tempo non si può non notare come di minuto in minuto il film sfumi l’occasione di divenire un autentico capolavoro.

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3.5
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