Sospesi nel tempo

Sospesi nel tempo – Peter Jackson e i fantasmi

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Alcuni film sono folgoranti. “Sospesi nel tempo” di Peter Jackson lo è sicuramente. Bastano i primi minuti per capire come ci sia uno scarto netto tra il mare magnum di commedie horror e questa pellicola. Molto prima di diventare universalmente famoso con la saga de “Il Signore degli Anelli”, Jackson si ritrova a girare con tanto ingegno e giusti mezzi, questo carrozzone spettacolare prodotto nientemeno che da Robert Zemeckis ed interpretato da Michael J. Fox, in una delle sue ultime apparizioni da protagonista. “Sospesi nel tempo” racconta la storia di Frank Bannister, un architetto che ha perso la moglie in un incidente stradale. Salvatosi miracolosamente da quel giorno Frank si ritrova con la capacità di vedere e parlare con i fantasmi.

Dopo averr stretto amicizia con tre di loro, li sfutterà per diventare una sorta di acchiappa fantasmi. Lo schema è semplice, lui manda i tre ectoplasmi a infestare le case delle persone, per poi intervenire scacciandoli. La sua vita procede in questo modo, fino a quando le autorità iniziano a credere che lui sia il colpevole delle morti che si susseguono in città. Frank però scoprirà ben presto che per le strade c’è una presenza oscura che uccide gli abitanti della cittadina provocando degli insoliti attacchi cardiaci. Aiutato dalla dottoressa Lucy Lynskeye e dai suoi amici spettri, il nostro medium tenterà di fermare questo spietato assassino proveniente dall’aldilà, scoprendo però dei segreti che legano questo anche alla morte della moglie.

Peter Jackson dimostra di conoscere tempi e regole del montaggio ed il risultato è una corsa folle che non lascia un attimo di respiro

Scritto assieme alla moglie Fran Walsh, con “Sospesi nel tempo” Peter Jackson fa il suo ingresso “trionfale” a Hollywood con una pellicola esilarante, grottesca, ma che invita a riflettere sul lutto, sulla perdita dell’affetto. Se da un lato è innegabile come il regista riesca a trovare un buon equilibrio tra commedia e orrore, stupisce come l’utilizzo degli effetti speciali, digitali e non, sia sempre al servizio del racconto senza mai abusare troppo degli stessi. Il film datato 1996 viene realizzato proprio nel periodo in cui molti registi si lasciano prendere la mano dagli effetti digitali, riempiendo le lacune di trama, recitazione e regia stessa, con le prodezze della computer grafica.

Peter Jackson, pur disponendo di un budget dignitoso di trenta milioni di dollari, mette assieme un film estremamente lucido nella sua comica follia, eretto sul perfetto equilibrio tra commedia e horror soprannaturale. Esteticamente il film non esplode mai in quella violenza delle precedenti pellicole come “Bad Taste” o “Splatters”, eredita da queste però estetica e toni weird che vengono sapientemente adattati alle dimensioni e necessità distributive di una produzione americana. Gli amanti della prima ora del regista neozelandese potrebbero quasi vedere in “Sospesi nel tempo” un passo indietro nella carriera di Jackson, ma il film sembra invece una prova generale per quello che arriverà dopo grazie a Tolkien, tanta passione e alla New Line Pictures.

“Sospesi nel tempo” stupisce per come l’utilizzo degli effetti speciali, digitali e non, sia sempre al servizio del racconto

Costato come dicevamo trenta milioni di dollari, la pellicola prodotta da Zemeckis per la Universal, faticò a pareggiare i costi durante la sua permanenza nelle sale, iniziando a guadagnare nel mercato home video dove, grazie al passaparola, è divenuto un immancabile cult. “Sospesi nel tempo” si presenta oggi con un impianto visivo che, almeno nella parti in cui la computer grafica è maggiormente presente, risulta datato, ma riesce ancora a intrattenere a dovere grazie a un trama che comunque si rivela interessante per tutta la durata e, soprattutto, alla messa in scena di Jackson che se da un lato deve cedere qualcosa agli studios, dall’altro mette in campo un sacco di soluzioni visive che fa sembrare l’intera produzione molto più costosa, conferendogli un’estetica peculiare.

Momenti come la fuga in auto del protagonista inseguito dalla morte o tutta la parte finale ambientata in un ospedale, rimangono impressi per la dinamicità e la quantità di suspence riversata sullo schermo. Peter Jackson dimostra di conoscere tempi e regole del montaggio ed il risultato è una corsa folle che non lascia un attimo di respiro, dal primo all’ultimo secondo. “Sospesi nel tempo” rimane un film unico nella filmografia del regista, ma anche nel cinema d’intrattenimento americano degli anni ’90. Una pellicola capace di lasciare il segno su chi la vide all’epoca e una sicura sorpresa per chi la scoprirà per la prima volta oggi, dopo più di vent’anni.

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