Shaft

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Shaft (2000): Il ritorno del detective più cool del cinema?

Negli anni Duemila, il genere poliziesco non ha certo sofferto di scarsa produzione, e “Shaft” di John Singleton ne è un esempio lampante. Ma diciamolo subito: senza Samuel L. Jackson come protagonista, probabilmente questo film sarebbe stato dimenticato in fretta. Perché? Beh, per cominciare, si tratta di un adattamento piuttosto mediocre di una serie TV poco conosciuta al di fuori degli Stati Uniti. Tuttavia, l’ho rivisto di recente e, nonostante i suoi evidenti limiti, va riconosciuto che ha una sua dignità e un cast sorprendentemente ricco di nomi altisonanti. Quindi, meritava qualche riga su questo blog!

La trama: giustizia, vendetta e tanto stile

John Shaft (Samuel L. Jackson) è un detective della polizia di New York alle prese con un caso ad alta tensione razziale. Un giovane ragazzo di colore viene brutalmente aggredito da Walter Wade Jr. (interpretato da un giovanissimo Christian Bale), ricco rampollo di una famiglia influente. Grazie alle conoscenze del padre e all’assenza di testimoni, Wade riesce a evitare la galera.

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O almeno così sembra. Perché Shaft, quella notte, una testimone l’aveva trovata: la barista del locale dove è avvenuto il crimine (Toni Collette). Peccato che la ragazza sia scomparsa nel nulla dopo una breve conversazione con lui. La missione del nostro detective, quindi, è chiara: trovarla e riportare il caso in tribunale, assicurando che giustizia venga fatta.

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Nel frattempo, però, sulla sua strada si mette anche Peoples Hernandez (Jeffrey Wright), un piccolo criminale locale che ha il dente avvelenato contro di lui e vede in Wade un’opportunità di guadagno. Tra poliziotti corrotti, gangster vendicativi e inseguimenti frenetici, Shaft farà di tutto per portare a termine la sua missione. Ma sarà abbastanza tosto per farcela?

Il problema principale: Shaft (o meglio, Jackson)

Il vero nodo della questione non sta tanto nella regia di John Singleton (scomparso nel 2019), quanto nel suo protagonista. Samuel L. Jackson è un attore straordinario, ma non sempre adatto ai ruoli da protagonista assoluto in thriller d’azione. Se da un lato è perfetto nei film di Tarantino e in ruoli secondari esplosivi (come in “Die Hard – Duri a morire” o “Il negoziatore”), dall’altro in “Shaft” manca di quel carisma necessario per reggere il film sulle proprie spalle.

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Il risultato? La storia procede quasi per inerzia, e il personaggio sembra cavarsela più per colpi di fortuna che per vera abilità. Insomma, non ha la stessa duttilità di un Denzel Washington in ruoli simili, e la pellicola ne risente.

Un film che poteva (e doveva) osare di più

Nonostante tutto, “Shaft” non è un completo fallimento. Si inserisce perfettamente nel filone di quegli adattamenti cinematografici di serie TV anni ’70-’80, sulla scia di “S.W.A.T.”, “Charlie’s Angels” e “Starsky & Hutch”. Certo, considerando il talento coinvolto, sarebbe stato lecito aspettarsi qualcosa di più di un prodotto “sufficiente”. Ma, visti i rischi di operazioni simili, il solo fatto che il film non sia un disastro totale può essere considerato una piccola vittoria.

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Verdetto finale:

“Shaft” è un thriller d’azione con momenti godibili, un cast stellare e uno stile innegabile. Peccato che a mancare sia proprio quel tocco di carisma che avrebbe potuto renderlo davvero memorabile.

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"Shaft" è un thriller d'azione con momenti godibili, un cast stellare e uno stile innegabile. Peccato che a mancare sia proprio quel tocco di carisma che avrebbe potuto renderlo davvero memorabile.
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