Ratatouille

REMY

Ratatouille – Il gusto della originalità

Dopo tre anni dal suo strepitoso “Gli incredbili” Brad Bird firma il suo capolavoro, “Ratatouille”. Il nuovo lungometraggio (quasi due ore) d’animazione della Pixar Animation Studio è in assoluto uno dei migliori titoli visti in questi ultimi cinque anni. La storia del topo Remy costretto a dividere la carriera di cuoco con lo sguattero Lunguini, stupisce l’occhio, riscalda il cuore ed innalza lo spirito anche del più freddo cinefilo indispettito, e magari convinto che l’animazione 3d non posso raggiungere i livelli di quella classica.

Ecco quindi come Bird compie (forse anche involontariamente) il primo vero miracolo dell’animazione digitale, dirigendo un film che non fa rimpiangere i vecchi classici Disney o i moderni lavori dello Studio Ghibli, sia per quel che riguarda la storia, come pure per il calore trasmesso dall’animazione tridimensionale, ove qui per la prima volta non ha nulla da invidiare all’animazione tradizionale.

“Ratatouille” rielabora a modo del tutto suo il racconto di “Cyrano de Bergerac”, solo che al posto delle poesie abbiamo succulenti portate gastronomiche, troviamo una pantegana di nome Remy maestra della buona cucina invece di un poeta, ed a sostituire il belloccio che deve conquistare la bella, viene messo uno sguattero a cui è affidato il compito di far assaggiare al mondo le ricette di Remy. Accostamento strano e strampalato, ma la storia rielaborata dal geniale Bird è proprio quella dello scrittore Edmond Rostand, certamente differisce non poco dall’opera di questo, ma trova molti più punti di contatto di quanto non sembri.

L’americano regista/sceneggiatore armato della corazzata Pixar da vita ad una storia originale ed incantevole che rapisce l’occhio con i suoi colori e le animazioni, moltiplica gli spazi e dimezza i tempi creando un ritmo narrativo assolutamente perfetto. Il cinema animato prende forma e i personaggi non sono più in tre dimensioni perché questa è la tecnica utilizzata per realizzarli, ma lo diventano grazie ad una caratterizzazione che lascia completamente a bocca aperta, le innumerevoli espressioni, battute, situazioni che essi creano fanno presto dimenticare di essere di fronte a delle figure animate.

L’occhio comunica subito con il cuore andando ad ingannare la mente dello spettatore che non può far altro che godersi una tale magnificenza visiva/contenutistica e rimanere con l’amaro in bocca quando appare la scritta fine, perché mentre scorrono i titoli la magia per forza scema, ma il desiderio di volerne ancora aumenta.

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Ratatouille stupisce l’occhio, riscalda il cuore ed innalza lo spirito anche del più freddo cinefilo indispettito
4.5
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