Quelli che mi vogliono morto

Quelli che mi vogliono morto – Incolore

In “Quelli che mi vogliono morto” troviamo ancora una volta il regista/sceneggiatore Taylor Sheridan alle prese con la sua personale rielaborazione del western e del mito della frontiera. In questa nuova pellicola il cineasta americano intreccia tre diverse storie che confluiranno nei boschi del Montana. Hannah (Angelina Jolie) è capo di una squadra di pompieri paracadutisti, che finirà per perdere degli uomini durante un incendio a causa di un errore di cui si sente responsabile. Ad aiutarla a tornare ad una vita normale c’è Ethan, vice-sceriffo nonché suo ex fidanzato in attesa di un figlio dalla nuova compagna.

Quelli che mi vogliono morto

Le vite di entrambi verranno stravolte dalla comparsa del giovane Connor, nipote di Ethan, in fuga assieme al padre da un gruppo di killer. Il giovane sopravvive ad un attentato ed essendo in possesso del lavoro del padre diventail nuovo bersaglio degli assassini. Ad aiutarlo troverà proprio Hannah, che vede nel salvataggio di Connor una redenzione dagli errori commessi. Dopo l’acqua de “I segreti di Wind River” Taylor Sheridan porta sullo schermo il fuoco formando tra la pellicola precedente e questa un punto d’unione elementale. In “Quelli che mi vogliono morto” troviamo ancora una volta un racconto minimale, basato sugli spazi aperti e la ferocia dell’animo umano. A

Quelli che mi vogliono morto

lcune cose però funzionano meno che nelle precedenti opere del cineasta, tra queste c’è sicuramente un problema di ritmo narrativo, causato da un montaggio che nel tentativo di favorire la spettacolarità sacrifica in parte la profondità del racconto. Se la Jolie e Jon Bernthal, come pure il resto del cast restituiscono delle prove convincenti, è proprio la necessità di aumentare le sequenze d’azione che mette in evidenza i limiti di “Quelli che mi vogliono morto”. Gli snodi narrativi alcune volte sembrano fin troppo veloci, al punto che in alcuni momenti si ha l’impressione di venire spinti a forza da un punto ad un altro del racconto, creando un senso di smarrimento nei confronti della storia.

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Quelli che mi vogliono morto
In breve
In “Quelli che mi vogliono morto” troviamo ancora una volta un racconto minimale, ancora una volta basato sugli spazi aperti e la ferocia dell’animo. Alcune cose però funzionano meno che nelle precedenti opere del cineasta. Un ritmo narrativo troppo veloce, fa perdere qualche pezzo di troppo al racconto affossandone portata e intenti.
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