Nightmare – Dal profondo della notte

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Nightmare dal profondo della notte

di Wes Craven

La storia in breve…

Per gli adolescenti di Elm Street a Springfield le notti iniziano ad essere insonni. La giovane Tina quando si addormenta sogna un uomo dal viso sfigurato, con dei coltelli al posto delle dita, che la insegue per ucciderla. La sua amica Nancy (Heather Langenkamp) vedendola sempre più affatica inizia a preoccuparsi e le chiede cosa stia succedendo. Inizialmente credeva che il rapporto non proprio ottimale con il fidanzato fosse la causa dei malori di Tina, ma quando scoprirà che a turbare la giovane amica è questo uomo nero che le si presenta ogni notte durante i sogni, le se accenderà un campanello dall’arme. Infatti pure lei e altri suoi amici sognano lo stesso maniaco. Ben presto Nancy scoprirà che quando questo mostro ti uccide in sogno muori nella realtà, costringendo la ragazza a iniziare una lotta per distruggerlo che la vedrà divisa tra la realtà e mondo onirico.

L’ uomo nero non è morto, ha gli artigli come un corvo, fa paura la sua voce, prendi subito la croce. Apri gli occhi, resta sveglio, non dormire questa notte…

Il film

Diretto da Wes Craven “Nightmare – dal profondo della notte” (da qui solamente “Nightmare”), scava nelle paure adolescenziali convergendole nella figura di Fred Krueger, moderno uomo nero il cui obbiettivo è uccidere le vittime designate. La pellicola del regista di Cleveland (qui anche sceneggiatore e ideatore del soggetto), non si allinea al solco slasher varato da Cunningham con “Venerdì 13”, ma crea un proprio iconografico horror dall’invidiabile lucidità scenica. “Nightmare” non si limita a creare sequenze in cui un gruppo di ragazzi vengono mandati al massacro come agnelli di fronte a un macellaio, ma porta dentro la storia una critica feroce alla famiglia di stampo reaganiano. “Nightmare” è costantemente attraversato dai sensi di colpa di una madre alcolizzata e di un padre poliziotto incapace di vivere una vita in famiglia, ma che nonostante questo compie ogni gesto necessario per salvare una stucchevole facciata di perbenismo. Per Craven le colpe dei genitori ricadono sui figli, non è un caso infatti che questi ultimi vengano uccisi da Krueger, il quale li sceglie per vendicarsi proprio di quel gruppo di padri e madri che decisero di giustiziarlo dandolo alle fiamme. Krueger grazie al torto subito si trasforma nel mostro definitivo, nel babau popolare che però non esce più dal un buio armadio, ma si insinua nei sogni di chi vuole perseguitare (il male parte dalla mente).

Craven dirige con piglio deciso e cognizione di causa, un horror che può giustificare ogni scelta narrativa grazie al suo svolgersi a metà tra realtà e sogno, due universi così diversi tra loro che il regista sa di poter gestire al meglio all’interno di uno schermo cinematografico. A funzionare maggiormente nella creazione della tensione, oltre al Fred Krueger interpretato da Robert Englund, troviamo l’uso di un montaggio che trasporta lo sguardo tra l’utopia irreale e la consistenza del quotidiano senza soluzione di continuità, mettendo a segno delle sequenze in cui azioni compiute in sogno, hanno risvolti spettacolarmente macabri nella realtà. A conferma di questo troviamo la morte di Tina, come pure quella di Glen (Johnny Depp) il fidanzato di Nancy. Ma la bravura di Craven scrittore si manifesta in tutto il suo splendore quando ogni punto cardinale che delimita il reale dall’irreale viene abilmente nascosto, portando a far esplodere sullo schermo momenti come quello che vede Nancy immersa nella vasca da bagno, capaci di far salire la tensione a livelli quasi insostenibili. Cattivo e spietato fin nel midollo “Nightmare” riflette anche su una generazione di ragazzi, che portano sulle loro spalle lo stress derivante dal mantenere le apparenze di una società marcita dentro a lussureggianti villette, che per quanto cerchi di apparire proiettata a un futuro progressista è in costante caduta libera in un passato autoritario che nega persino le istituzioni da esso create. In “Nightmare” Fred Krueger uccide ragazzi nel mondo dei sogni, ma nella realtà le persone hanno già ucciso il sogno americano e consce di questo cercano in ogni modo di nascondere una scomoda verità: non c’è alcun futuro per i giovani di Elm Street, perché l’incubo è in realtà alla luce del sole e lo stanno vivendo ogni giorno e i minuti finali del film stanno lì a sottolinearlo.

Tu credi che i sogni possano farti conoscere quello che sta per accadere?

Appunti: non si sfugge all’inevitabile

“Nightmare” per il regista di Cleveland è la pellicola “della vita”. Così come lo è stata per Spielberg “Lo Squalo” o “Psycho” per Hitchcock, Craven trova nel suo uomo nero con artigli, cappello e maglione a righe, la figura che gli permette di dirigere il film per cui verrà sempre ricordato. Certo la carriera del regista americano non si ferma a Fred Krueger, ma innegabilmente vede proprio nel lungometraggio classe 1984, il titolo principe della propria filmografia. Non sono poi molti i personaggi del genere horror che hanno avuto una tale e continua fortuna nei botteghini di tutto il mondo (in tutto la saga conta sette pellicole, uno spin-off e il personaggio di Krueger appare in svariate produzioni per la TV). Come poche sono quelle figure capaci di uscire dallo schermo per divenire fenomeno di costume, al punto che per quasi vent’anni seppur con alti e bassi hanno invaso praticamente ogni media. Le ragioni sono innumerevoli, ma su tutte ho sempre pensato che l’irrefrenabile desiderio di vendetta, con cui si muove e di cui si compiace, Krueger all’interno di “Nightmare” sia sempre stato elemento di scartamento tra lui e i tanti mostri che lo hanno preceduto e succeduto. Craven non è certo uno che riempie il suo film di metafore complicate, anzi i messaggi, mai banali, di cui è intriso sono ben diretti e arrivano allo spettatore come pugnalate allo stomaco (l’accostamento dei ragazzi con gli agnelli, l’apparenza della famiglia perfetta, sono solo due esempi).

Il regista però conosce bene gli ingranaggi che scatenano le paure e un mostro dal viso ustionato, che viene a ucciderti mentre dormi e che a sua volta non può essere ucciso è effettivamente un buon viatico inscenare orrori di ogni tipo. Per sua stessa ammissione per il personaggio di Krueger trasse ispirazione da un senzatetto che vedeva fuori di casa quando era bambino, poi però per trasformarlo nello spietato assassino dei sogni la sua laurea in psicologia ha sicuramente contribuito. A quasi quarant’anni dalla sua uscita “Nightmare” riesce ancora ad essere estremamente efficace nella messa in scena del terrore, nonostante un impianto estetico che inevitabilmente risente degli anni che si porta appresso Alcune sequenze oggi funzionano perchè realizzate artigianalmente,  rendendo efficace l’espolsione dell’orrore sullu schermo, ma magari l’impatto generale risulta più grezzo in un cinema moderno sempre rifinito digitalmente. “Nightmare” oggi funziona dannatamente bene se confrontato agli innumerevoli seguiti dedicati al personaggio di Krueger, mentre se comparato con le attuali pellicole di genere assurge agevolmente allo status di capolavoro dell’orrore, visto che oggi il cinema si preoccupa prima di portare il maggior numero di persone in sala e successivamente, solo se la censura lo permette, di spaventarle adeguatamente. Quello di Craven è un film seminale per tutti coloro che si approcciano all’horror, ma lo è anche per tutti coloro che si apprestano a innamorarsi del cinema.

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