Lady Vendetta

Lady Vendetta – Voglio sembrare meno buona

“Lady Vendetta” racconta la storia di Geum-ja, giovane donna condannata a scontare una pena di tredici anni in un carcere femminile, per aver ucciso un bambino da lei stessa preso in ostaggio. In galera riuscirà a redimersi, ed a trovare nelle compagne delle fedeli alleate, ma allora perché viene soprannominata “la strega”? Quando esce ha ormai trentatre anni, come mette i piedi fuori dal carcere si trasformerà in un’altra persona, non è più la stessa dolce ragazza, ma una donna arrabbiata assetata di vendetta.

Continuare oltre nell’esposizione dell’intrigante storia sarebbe superfluo, spiegare perché vuole vendicarsi, su chi scaglierà la sua rabbia, l’importanza delle amicizie fatte negli anni di prigionia, altro non farebbero che rovinare la sorpresa e il gusto della visione. Dopo l’osannato “Old Boy”, mai pienamente apprezzato da chi scrive, il regista coreano Park Chan-wook firma “Lady Vendetta” terzo capitolo di una trilogia a tema, lasciatevi dire che questa volta è stato amore a prima vista, il classico colpo di fulmine.

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Non avendo esposto la trama ci si dovrebbe a questo punto fermare a parlare di come questa sia realizzata, o magari su simbologie e significati nascosti nel sottotesto. Evitando di soffermarsi, almeno per il momento, su queste due cose, ciò di cui diviene obbligatorio parlare è il personaggio di Geum-ja, la protagonista. Erano anni, forse dai tempi della Ripley di “Aliens”, che al cinema non si vedeva un personaggio femminile di tale peso e portata. Dimenticatevi le caratterizzazioni stereotipate da fumetto, scordate la donna collerica in cerca di vendetta per qualcosa accaduta nel suo passato, Geum-ja, altro punto che la accomuna all’ex capitano della Nostromo, più che di rivalsa ha bisogno di redenzione.

Lei è finita in galera per amore, ed è li che ha macchiato la sua coscienza, quella che all’inizio è la sua sete di vendetta alla fine si trasformerà nella forza per vivere di nuovo, fantastica e piena di significati diviene così la bellissima sequenza finale, incorniciata dal bianco candore della neve cadente. Ma se all’inizio siamo curiosi, ansiosi, di vedere come si risolverà il suo schema venditcativo, alla fine rimarremo ancora più contenti di scoprire fallimentare ogni nostra possibile ipotesi a riguardo, grazie ad un colpo di scena che riporta inevitabilmente alla memoria, sia chiaro che non è un male anzi, la coralità finale di un celebre racconto di Agatha Christie, sta a voi collegare quale e perchè.

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Questa non è che una minima parte di quello che la protagonista mostrerà di se. Passando ora all’aspetto “tecnico” c’è gran poco da dire, tutto è riassumibile con una parola: “bello”. Al di là che il film possa piacere o meno, non si può non concordare sul fatto che sia praticamente perfetto, sia che si analizzi la regia, il montaggio, la fotografia o le interpretazioni, niente è fuori posto e proprio come la bellissima melodia tema del film, tutto è equilibrato, bilanciato, ma anche perfettamente orchestrato. Basterebbero i bellissimi titoli di testa per far capire con quale cura è stato confezionato il tutto.

Se in questi ultimi anni il tema della vendetta è tornato di moda al cinema, proponendoci vari film molto validi tra cui i due capitoli di “Kill Bill” o la violenta epopea di “Man on fire”, stupisce vedere come “Lady Vendetta” tratti lo stesso argomento in modo completamente diverso, riuscendo a essere decisamente più originale dei titoli citati, ma anche emozionalmente più incisivo. Probabilmente alla fine stilando un’ipotetico punteggio entrambi i titoli si ritroverebbero abbastanza vicini, ma riducendo alla legge dei numeri il metro di giudizio non si renderebbe giustizia al lavoro del regista coreano.

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La sceneggiatura, abbastanza classica ma non banale, viene raccontata con espedienti non sempre originali tra cui flasback e voce narrante, ma il loro utilizzo nelle mani di Chan-wook crea un risultato stupefacente ed indimenticabile.Il lavoro stilistico tessuto per l’occasione, aiutato anche da performance attoriali di tutto rispetto, fa si che il film arrivi al cervello passando obbligatoriamente per la retina che non scorderà facilmente le immagini, rendendolo seducente per ogni tipo di spettatore.

“Lady Vendetta” proprio come uno dei tanti dolci che appaiono nei suoi fotogrammi, è un film fatto con amore, calorosamente intimo, e forse è merito di questa minimale ed asciutta rappresentazione, anni luce lontana dagli stereotipi del genere, che a fine visione ci si ritrova con un prodotto indimenticabile. Sta a voi ora scoprire il significato dell’ombretto rosso di Geum-ja, però state attenti perché potreste anche innamorarvi di lei.

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