La leggenda di Zorro – Da eroe romantico a supereroe pieno di problemi
Nel 1998 il produttore Spielberg e la sua Amblim decisero di riportare sul grande schermo lo spadaccino più famoso del mondo: Zorro. Il film interpretato da un’ottimo cast si avvaleva della regia di Martin Campbell e riuscì nel difficile compito di aggiornare un personaggio di altri tempi. La pellicola fu un successo in tutto il mondo e ancora oggi la visione risulta sempre piacevole. Oggi la premiata ditta ci riprova ed ecco finalmente uscire nei cinema “La Leggenda di Zorro”, dove ritroviamo gran parte del cast precedente sia tecnico che artistico. Questa volta la storia ci trasporta durante l’ingresso della California negli stati confederati, proprio un paio di anni prima dei conflitti tra nord e sud; un nemico il conte Armand arriva direttamente dall’Europa con un’arma che potrà decidere gli esiti della guerra a seconda dell’esercito che la possiederà. Ecco che Zorro, interpretato da un Antonio Banderas in forma più che mai, assieme al suo destriero Tornado dovranno impedire che questo accada, ma nello stesso tempo dovrà riconquistare il cuore della sua amata Elena (Chaterine Zeta-Jones) e allacciare il rapporto con suo figlio che crede il padre un ricco possidente non interessato alla propria famiglia. Zorro Nel 1998 era un’eroe romantico dalla forte carica emotiva, nel 2005 lo spadaccino messicano è diventato un supereroe con problemi ma che conserva comunque la sua indole romantica, infatti non vediamo mai che lui uccida qualcuno con la spada per tutta la durata del film. Questo nuovo episodio cinematografico è completamente diverso dal precedente in quanto molto simile agli ultimi film fumetto che girano per le sale, ora su questa discutibile scelta produttiva si potrebbe discutere per ore ma tanto ormai il risultato non cambia. Durante la visione ci si accorge di come tutto quello che era presente nel precedente episodio ci sia anche qui, solo elevato all’ennesima potenza e infarcito di un’ironia ben dosata dal regista e della moralità forzata e fuori luogo che però ormai affolla in tutti i film U.S.A.. Martin Campbell dirige con gusto tutto le scene d’azione e dosa in modo corretto l’ironia, non si lascia prendere la mano nell’uso di effetti speciali in computer grafica, ma a dire il vero questi ultimi sono la parte più brutta del film, difficilmente ci si poteva aspettare una resa visiva tanto scarsa in una produzione così recente. In conclusione un film gradevole che piacerà più ai ragazzi che ai padri visto il cambianto di tono generale subito dalla pellicola che in definitiva non può dirsi non riuscita ma nemmeno valida e ben fatta come la precedente.
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