La forma dell’acqua – Shape of water

La forma dell’acqua – Una fiaba toccante

Se ne parlassi – se lo facessi – cosa ti direi? Mi chiedo. Ti avrei detto del tempo? È successo molto tempo fa, a quanto pare. Negli ultimi giorni del regno di un principe. O ti direi del posto? Una piccola città vicino alla costa, ma lontana da tutto il resto. O, non lo so … ti parlerei di lei? La principessa senza voce.

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Elisa è una donna delle pulizie in un centro di ricerche governativo. Lei è muta e negli anni ’60 a Baltimora, persone con problemi come il suo, di colore o altro sono a tutti gli effetti costretti ai margini della società. Non c’è nessuna possibilità di afferrare il sogno americano, al limite l’incubo comunista della guerra fredda. Elisa vive giornate inesorabilmente tutte uguali, divise tra piaceri personali, lavoro, un dirimpettaio gay e il desiderio di diventare la cantante in un musical. Ma Elisa non nutre false speranze, sa perfettamente che non potrà mai ambire a niente più di quello che già non ha, fino al giorno in cui nel centro di ricerca arriverà una creatura, un essere diverso proprio come lo è lei agli occhi di tutti. Tra i due lentamente si creerà un legame profondo e nel momento in cui l’essere sarà in pericolo, lei rischierà tutto per portarlo in salvo e vivere un pezzettino di sogno. Il sogno di un amore che può esistere solo tra due entità tanto distanti nell’aspetto eppure incredibilmente vicine nei sentimenti.

La forma dell'acqua - Shape of water

Inutile girare attorno a una certezza che si palesa senza alcun dubbio nella prima decina di minuti de “La forma dell’acqua”: questo è il miglior film di Guillermo del Toro sin dai suoi esordi. Certo qualcuno potrebbe ricordare quel gioiello ritrovato che è “La spina del diavolo”, affermando che rimane il miglior titolo del regista messicano, ma prendendo una simile posizione dimostrerebbe una certa “miopia” nei confronti di questa ultima e maestosa pellicola. Va comunque fatta una considerazione di non poco conto nei confronti de “La forma dell’acqua”. Infatti se come asserivo poco fa è il miglior film diretto da Guillermo del Toro, esso si rivela essere anche il più denso sia a livello visivo che narrativo e nonostante la maestria nel gestire il ritmo della vicenda, il cineasta messicano crea uno spettacolo per molti ma non per tutti e di questo non possiamo che rallegrarci.

La forma dell'acqua - Shape of water

“La forma dell’acqua” è cinema in una delle sue espressioni maggiormente pure, come raramente capita ormai di vedere proiettato sala. Utilizza un linguaggio completo e a suo modo elegante, senza rimandare a un seguito futuro e senza bisogno di un finale aperto a chissà quante teorie da parte di chi sta dalla parte opposta dello schermo. Una vero e proprio film per chi ama e vive la settima arte. La pellicola del regista messicano si rivela essere un sontuoso “best of” di tutto il suo cinema e non solo, partendo da produzioni come “Il labirinto del fauno” finendo a “Crimson Peak”. Ne “La forma dell’acqua” ritroviamo la sua visione fiabesca del mondo, la bellezza dell’architettura e oggettistica di scena (set così densi di dettagli si vedono raramente), la poetica della diversità, il gusto per l’estetica passata, e quel sapore postmoderno che proprio in questo suo ultimo lavoro riesce a trovare il giusto equilibrio.

Quando mi guarda, il modo in cui mi guarda … Non sa, cosa mi manca … O – come – Sono incompleta. Mi vede, per quello che sono – come sono. È felice – di vedermi. Ogni volta. Ogni giorno. Ora, posso salvarlo … o lasciarlo morire.

Non è quindi un film per tutti pur essendolo. “La forma dell’acqua” è fruibile ed emozionante per chiunque, ma c’è sicuramente bisogno di una predisposizione a conoscere la materia cinematografica, per godere appieno dell’esperienza inscenata da Guillermo del Toro. La maestria del regista sta nel giungere con la sua opera a qualunque sguardo, passando attraverso un cinema sicuramente rischioso nel panorama odierno, quello muto. Non si deve dimenticare che comunque il fulcro della storia vede due protagonisti che non hanno voce, eppure riescono a comunicare e a toccare i sentimenti come pochi altri. Già, la cosa più sconcertante è che nel suo centro “La forma dell’acqua” è un film muto, con tanto di sottotitoli sovraimpressi, ma per tutta la sua durata questo elemento determinante sembra quasi secondario e allo stesso tempo, nella sua assenza di dialoghi tra i due amanti riesce a comunicare con una semplicità disarmante.

La forma dell'acqua - Shape of water

Sarebbero necessari litri di china per omaggiare al meglio il film di Guillermo del Toro, ma forse la strada più giusta per rendergli grazia è semplicemente evitare l’analisi e abbandonarsi completamente ad esso. “La forma dell’acqua” ricorda molte cose, e tante altre ne ha al suo interno, ma mescolate sapientemente hanno dato origine a un film di una bellezza disarmante. Un perla rara. Un’opera complessa e semplice al tempo stesso, fatta di suoni, immagini, sentimenti e cinema, sopratutto quest’ultimo. Passerà ancora molto tempo prima di ritrovarsi a vedere qualcosa di così maestosamente bello nel buio di una sala e questa è l’amara consapevolezza che si fa avanti durante lo scorrere dei titoli di coda.

“Incapace di percepire la forma di te, ti trovo tutto intorno a me. Mi riempie gli occhi del tuo amore, umilia il mio cuore, perché tu sei dappertutto “

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La forma dell’acqua – Shape of water
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Un perla rara. Un’opera complessa e semplice al tempo stesso, fatta di suoni, immagini, sentimenti e cinema, soprattutto quest’ultimo.
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